Ezio, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1772

 SCENA III
 
 VALENTINIANO, poi MASSIMO
 
 VALENTINIANO
 Tacete, o sdegni miei, l'odio sepolto
 resti nel cor, non comparisca in volto.
 MASSIMO
 Signor, tutto sedai. D'Ezio la morte
795a tuo piacere affretta;
 Roma t'applaude, ogni fedel l'aspetta.
 VALENTINIANO
 Ma che vuoi? Mi si dice
 che un barbaro, che un empio,
 che un incauto son io. Gli esempi altrui
800seguitar mi conviene.
 MASSIMO
 Come? Perché?
 VALENTINIANO
                                T'accheta; Ezio già viene.