Ezio, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1772

 Che ad altri io voglia mai
 fuor che ad Ezio donarmi, ah non fia vero.
 VARO
855Ma, Fulvia, per salvarlo in qualche parte
 ceder convien. Tu puoi l’ira d’Augusto
 sola placar, non differirlo e in seno
 se amor non hai per lui, fingilo almeno.
 FULVIA
 Seguirò il tuo consiglio
860ma chi sa con qual sorte. È sempre un fallo
 il simulare. Io sento
 che vi repugna il core.
 VARO
                                           In simil caso
 il fingere è permesso;
 e poi non è gran pena al vostro sesso.
 FULVIA
 
865   Quel fingere affetto,
 allor che non s’ama,
 per molti è diletto
 ma pena la chiama
 quest’alma non usa
870a fingere amor.
 
    Mi scopre, m’accusa
 se parla, se tace
 il labro seguace
 dei moti del cor.
 
 SCENA VIII
 
 VARO
 
 VARO
875Folle è colui che al tuo favor si fida
 istabile fortuna. Ezio felice
 della romana gioventù poc’anzi
 era oggetto all’invidia,
 misura ai voti; e in un momento poi
880così cangia d’aspetto
 che dell’altrui pietà si rende oggetto.
 Purtroppo o sorte infida
 folle è colui che al tuo favor si fida.
 
    Nasce al bosco in rozza cuna
885un felice pastorello
 e coll’aure di fortuna
 giunge i regni a dominar.
 
    Presso al trono in regie fasce
 sventurato un altro nasce
890e fra l’ire della sorte
 va gli armenti a pascolar.
 
 SCENA IX
 
  Gallaria di statue con sedile imperiale. Gran balcone aperto in prospetto, dal quale vista di Roma.
 
 ONORIA e MASSIMO
 
 ONORIA
 Massimo, anch’io lo veggo; ogni ragione
 Ezio condanna. Egli è rival di Augusto,
 al suo merto, al suo nome
895crede il mondo soggetto; e poi che giova
 mendicarne argomenti; io stessa intesi
 le sue minaccie, ecco l’effetto. E pure
 incredulo il mio core
 reo non sa figurarlo e traditore.
 MASSIMO
900O virtù senza pari! È questo invero
 eccesso di clemenza. E chi dovrebbe
 più di te condannarlo? Ei ti disprezza,
 ricusa quella mano
 contesa dai monarchi. Ogn’altra avria...
 ONORIA
905Ah dell’ingiuria mia
 non ragionarmi più. Quella mi punse
 nel più vivo del cor. Superbo! Ingrato!
 Allor che mel rammento
 tutto il sangue agitar Massimo io sento.
910Non già però ch’io l’ami o che mi spiaccia