La favola de’ tre gobbi, libretto, Verona, Ramanzini, 1750

 or che in lacci di sposo a lei mi stringo.
 EZIO
 (Donna infedel!)
 FULVIA
                                  (Potessi dir che fingo).
 VALENTINIANO
1065Ezio, m’ascolta e a moderare impara
 per poco almeno il naturale orgoglio
 che giovarti non può. Qui si cospira
 contro di me; del tradimento autore
 ti crede ogniun; di fellonia t’accusa
1070il rifiuto d’Onoria, il troppo fasto
 delle vittorie tue, l’aperto scampo
 ad Attila permesso, il tuo geloso
 e temerario amor, le tue minacce
 di cui tu sai che testimonio io sono.
1075Pensa a scolparti o a meritar perdono.
 MASSIMO
 (Sorte non mi tradir).
 EZIO
                                           Cesare, invero
 ingegnoso è il pretesto. Ove s’asconde
 costui che t’assalì? Chi dell’insidia
 autor mi afferma? Accusator tu sei
1080del figurato eccesso,
 giudice e testimonio a un tempo istesso.
 FULVIA
 (Oh dio! Si perde).
 VALENTINIANO
                                      (E soffrirò l’altero?)
 EZIO
 Ma il delitto sia vero;
 perché si appone a me? Perché d’Onoria
1085la destra ricusai. Dunque ad Augusto
 serbai la libertà col mio sudore
 perché a me la togliesse anche in amore?
 È d’Attila la fuga
 che mi convince reo. Dunque io dovea
1090Attila imprigionar, perché d’Europa
 tutte le forze e l’armi
 senza il timor, che le congiunge a noi,