La favola de’ tre gobbi, libretto, Milano, Malatesta, 1750

 tu potresti emendar; per mia richiesta
1265Cesare l’ira sua tutta abbandona,
 t’ama, ti vuole amico e ti perdona.
 EZIO
 E il crederò?
 ONORIA
                           Sì; né domanda Augusto
 altra emenda da te che il suo riposo.
 Del tentativo ascoso
1270scopri le trame; e appieno
 libero sei. Può domandar di meno?
 EZIO
 Non è poca richiesta; ei vuol ch’io stesso
 m’accusi per timore; ei vuole a prezzo
 dell’innocenza mia
1275generoso apparir; sa la mia fede,
 prova rossor nell’oltraggiarmi a torto,
 perciò mi vuole o delinquente o morto.
 ONORIA
 Dunque con tanto fasto
 lo sdegno suo giustificar non dei.
1280E se innocente sei, placide, umili
 sian le tue scuse; a lui favella in modo
 che non possa incolparti,
 che non abbia coraggio a condannarti.
 EZIO
 Onoria, per salvarmi
1285ad esser vile io non appresi ancora.
 ONORIA
 Ma sai che corri a morte?
 EZIO
                                                 E ben, si mora.
 Non è il peggior de’ mali
 alfin questo morir; ci toglie almeno
 dal commercio de’ rei.
 ONORIA
                                            Pensar dovresti
1290che per la patria tua poco vivesti.
 EZIO
 Il viver si misura
 dall’opre e non dai giorni. Onoria, i vili
 inutili a ciascuno, a sé mal noti,
 cui non scaldò di bella gloria il foco,
1295vivendo lunga età vissero poco.
 Ma coloro che vanno
 per l’orme ch’io segnai,
 vivendo pochi dì, vivono assai.
 ONORIA
 Se di te non hai cura,
1300abbila almen di me.
 EZIO
                                        Che dici?
 ONORIA
                                                            Io t’amo,
 più tacerlo non so; quando mi veggo
 a perderti vicina, i torti obblio
 ed è poca difesa
 alla mia debolezza il fasto mio.
 EZIO
1305Onoria, e tu sei quella
 che umiltà mi consigli? In questa guisa
 insuperbir mi fai. Potessi almeno,
 come i tuoi pregi ammiro, amarti ancora.
 Deh consenti ch’io mora; Ezio piagato
1310per altro stral ti viverebbe ingrato.
 ONORIA
 Viva ingrato, mi renda
 d’ogni speranza priva,
 mi sprezzi pur, mi sia crudel; ma viva.
 E se pur la tua vita
1315abborrisci così perché m’è cara,
 cerca almeno una morte
 che sia degna di te. Coll’armi in pugno
 mori vincendo, onde t’invidi il mondo,
 non ti compianga.
 EZIO
                                    O in carcere o fra l’armi
1320ad altri insegnerò come si mora.
 Farò invidiarmi in questo stato ancora.
 
    Guarda pria se in questa fronte
 trovi scritto alcun delitto
 e dirai che la mia sorte
1325desta invidia e non pietà.
 
    Bella prova è d’alma forte
 l’esser placida e serena
 nel soffrir l’ingiusta pena
 d’una colpa che non ha. (Parte con guardie)
 
 SCENA II
 
 ONORIA, poi VALENTINIANO
 
 ONORIA
1330Oh dio, ch’il crederebbe? Al fato estremo
 egli lieto s’appressa, io gelo e tremo.
 VALENTINIANO
 E ben, da quel superbo
 che ottenesti, o germana?
 ONORIA
                                                 Io nulla ottenni.
 VALENTINIANO
 Già lo predissi; eh si punisca. Omai
1335è viltade il riguardo.
 ONORIA
                                        E pur non posso
 crederlo reo; d’alma innocente è segno
 quella sua sicurezza.
 VALENTINIANO
                                        Anzi è una prova
 del suo delitto. Il traditor si fida
 nell’aura popolar. Vuo’ che s’uccida.
 ONORIA
1340Meglio ci pensa; Ezio è peggior nemico
 forse estinto che vivo.
 VALENTINIANO
                                          E che far deggio?
 ONORIA
 Cerca vie di placarlo; il suo segreto
 sveller da lui senza rigor procura.
 VALENTINIANO
 E qual via non tentai?
 ONORIA
                                           La più sicura.
1345Ezio per quel ch’io vedo
 è debole in amor; per questa parte
 assalirlo conviene. Ei Fulvia adora.
 Offrila all’amor suo, cedila ancora.
 VALENTINIANO
 Quanto è facile Onoria
1350a consigliare altrui fuor del periglio.
 ONORIA
 Signor, nel mio consiglio io ti propongo
 un esempio a seguir. Sappi che amante
 io sono al par di te né perdo meno.
 Fulvia è la fiamma tua, per Ezio io peno.
 VALENTINIANO
1355E l’ami?
 ONORIA
                   Sì. Nel consigliarti or vedi
 se facile son io come tu credi.
 VALENTINIANO
 Ma troppo ad eseguir duro consiglio
 mi proponi, o germana.
 ONORIA
                                              Il tuo coraggio,
 la tua virtù faccia arrossir la sorte.
1360Una donna t’insegna ad esser forte.
 VALENTINIANO
 Oh dio.
 ONORIA
                 Vinci te stesso, i tuoi vassalli
 apprendano qual sia
 d’Augusto il cor...
 VALENTINIANO
                                   Non più, Fulvia m’invia.
 Facciasi questo ancor. Se tu sapessi
1365che sforzo è il mio, quanto il cimento è duro.
 ONORIA
 Dalla mia pena il tuo dolor misuro.
 Ma soffrilo. Nel duolo
 pur è qualche piacer non esser solo.
 
    Peni tu per un’ingrata,
1370un ingrato adoro anch’io,
 è il tuo fato eguale al mio,
 è nemico ad ambi amor.
 
    Ma s’io nacqui sventurata,
 se per te non v’è speranza,
1375sia compagna la costanza
 come è simile il dolor. (Parte)
 
 SCENA III
 
 VALENTINIANO, indi VARO
 
 VALENTINIANO
 Olà Varo si chiami. A questo eccesso (Una comparsa esce e parte)
 della clemenza mia se il reo non cede,
 un momento di vita
1380più lasciargli non vuo’.
 VARO
                                            Cesare.
 VALENTINIANO
                                                            Ascolta.
 Disponi i tuoi più fidi
 di questo loco in su l’oscuro ingresso.
 E se al mio fianco appresso
 Ezio non è, s’io non gli son di guida
1385quando uscir lo vedrai, fa’ che s’uccida.
 VARO
 Ubbidirò. Ma sai
 qual tumulto destò d’Ezio l’arresto?
 VALENTINIANO
 Tutto m’è noto; a questo
 già Massimo provede.
 VARO
                                           È ver, ma temo...
 VALENTINIANO
1390Eh taci, adempi il cenno e fa’ che il colpo
 cautamente succeda.
 Udisti?
 VARO
                 Intesi. (Parte)
 VALENTINIANO
                                Il prigionier qui rieda. (Alle guardie de’ cancelli)
 Tacete o sdegni miei, l’odio sepolto
 resti nel cor, non comparisca in volto.
 
1395   Colle procelle in seno
 sembri tranquillo il mar
 e un zeffiro sereno
 col placido spirar
 finga la calma.