La favola de’ tre gobbi, libretto, Padova, Conzatti, 1750

345d’indole sospettosa.
 Vantandolo al germano, ufficio grato
 all’amico non rendi.
 Chi sa? Potrebbe un dì... Varo, m’intendi.
 VARO
 Io, che son d’Ezio amico,
350più cauto parlerò; ma tu, se l’ami,
 mostrati, o principessa,
 meno ingegnosa in tormentar te stessa.
 
    Se un bell’ardire
 può innamorarti,
355perché arrossire?
 Perché sdegnarti
 di quello strale
 che ti piagò?
 
    Chi si fe’ chiaro
360per tante imprese
 già grande al paro
 di te si rese;
 già della sorte
 si vendicò. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 ONORIA sola
 
 ONORIA
365Importuna grandezza
 tiranna degli affetti, e perché mai
 ci neghi, ci contrasti
 la libertà d’un ineguale amore,