La favola de’ tre gobbi, libretto, Padova, Conzatti, 1750

515senza premio servì; Cesare a cui
 è noto il suo dover, che i suoi riposi
 sa che gode per me, che al voler mio
 quando il soglio abbandona,
 sa che rende, e non dona, e che un momento
520non prova fortunato
 per tema sol di comparirmi ingrato.
 VALENTINIANO
 (Temerario). Credea
 nel rammentare io stesso i merti tuoi
 di scemartene il peso.
 EZIO
                                           Io gli rammento,
525quando in premio pretendo...
 VALENTINIANO
 Non più. Dicesti assai; tutto comprendo.
 
    So chi t’accese;
 basta per ora.
 Cesare intese;
530risolverà.
 
    Ma tu procura
 d’esser più saggio.
 Fra l’armi e l’ire
 giova il coraggio;
535pompa d’ardire
 qui non si fa. (Parte)
 
 SCENA X
 
 EZIO e poi FULVIA
 
 EZIO
 Vedrem se ardisce ancora
 d’opporsi all’amor mio.
 FULVIA
                                             Ti leggo in volto,
 Ezio, l’ire del cor. Forse ad Augusto
540ragionasti di me?
 EZIO
                                   Sì, ma celai
 a lui che m’ami, onde temer non dei.
 FULVIA
 Che disse alla richiesta? E che rispose?
 EZIO