La favola de’ tre gobbi, libretto, Venezia, Tevernin, 1753

 FULVIA
                                                           Oh dio!
 Fu Cesare assalito. Io già comprendo
 donde nasce il pensier. Padre, tu sei
 che spingi a vendicarti
 la man che l’assalì.
 MASSIMO
640Ma Cesare morì?
 FULVIA
                                   Pensa a salvarti.
 Già di guerrieri e d’armi
 tutto il soggiorno è cinto.
 MASSIMO
 Dimmi se vive o se rimase estinto.
 FULVIA
 Nol so; nulla di certo
645compresi nel timor.
 MASSIMO
                                       Sei pur codarda.
 Vado a chiederlo io stesso. (In atto di partire, s’incontra in Valentiniano)
 
 SCENA II
 
 VALENTINIANO senza manto e senza lauro, con ispada nuda e seguito di pretoriani, e detti
 
 VALENTINIANO
 Ogni via custodite ed ogni ingresso. (Parlando ad alcuni soldati che partono)
 MASSIMO
 (Egli vive! Oh destin!)
 VALENTINIANO
                                            Massimo, Fulvia,
 chi creduto l’avria?
 MASSIMO
                                      Signor, che avvenne?
 VALENTINIANO
650Ah maggior fellonia mai non s’intese!
 FULVIA
 (Misero genitor!) (Da sé)
 MASSIMO
                                    (Tutto comprese).
 VALENTINIANO
 Di chi deggio fidarmi? I miei più cari
 m’insidiano la vita.
 MASSIMO