La favola de’ tre gobbi, libretto, Berlino, Haude e Spener, 1754 (Potsdam, I tre gobbi)

                                  (Potessi dir che fingo).
 VALENTINIANO
1065Ezio, m’ascolta; e a moderare impara,
 per poco almeno, il naturale orgoglio
 che giovarti non può. Qui si cospira
 contro di me; del tradimento autore
 ti crede ognun; di fellonia t’accusa
1070il rifiuto d’Onoria, il troppo fasto
 delle vittorie tue, l’aperto scampo
 ad Attila permesso, il tuo geloso
 e temerario amor, le tue minacce
 di cui tu sai che testimonio io sono.
1075Pensa a scolparti o a meritar perdono.
 MASSIMO
 (Sorte non mi tradir).
 EZIO
                                           Cesare, invero
 ingegnoso è il pretesto. Ove s’asconde
 costui che t’assalì? Chi dell’insidia
 autor mi afferma? Accusator tu sei
1080del figurato eccesso,
 giudice e testimonio a un tempo istesso.
 FULVIA
 (Oh dio! Si perde).
 VALENTINIANO
                                      (E soffrirò l’altero?)
 EZIO
 Ma il delitto sia vero;
 perché si appone a me? Perché d’Onoria
1085la destra ricusai. Dunque ad Augusto
 serbai la libertà col mio sudore,
 perché a me la togliesse anche in amore?
 È d’Attila la fuga
 che mi convince reo. Dunque io dovea
1090Attila imprigionar, perché d’Europa
 tutte le forze e l’armi
 senza il timor che le congiunge a noi
 si volgessero poi contro l’impero?
 Cerca per queste imprese altro guerriero.
1095Son reo perché conosco
 qual io mi sia, perché di me ragiono.
 L’alme vili a sé stesse ignote sono.
 FULVIA
 (Partir potessi).
 VALENTINIANO
                                Un nuovo fallo è questa
 temeraria difesa. Altro t’avanza
1100per tua discolpa ancor?
 EZIO
                                             Dissi abbastanza.
 Cesare, non curarti
 tutto il resto ascoltar ch’io dir potrei.
 VALENTINIANO
 Che diresti?
 EZIO
                          Direi
 che produce un tiranno
1105chi solleva un ingrato. Anche ai sovrani
 direi che desta invidia
 de’ sudditi il valor, che a te dispiace
 d’essermi debitor, che tu paventi
 in me que’ tradimenti
1110che sai di meritar quando mi privi
 d’un cor...
 VALENTINIANO
                      Superbo, a questo eccesso arrivi?
 FULVIA
 (Aimè!)
 VALENTINIANO
                   Punir saprò...
 FULVIA
                                              Soffri, se m’ami,
 che Fulvia parta; i vostri sdegni irrita (S’alza)
 l’aspetto mio.
 VALENTINIANO
                            No, non partir. Tu scorgi
1115che mi sdegno a ragion. Siedi e vedrai
 come un reo pertinace
 a convincer m’accingo.
 EZIO
 (Donna infedel!)
 FULVIA
                                  (Potessi dir che fingo). (Torna a sedere)
 MASSIMO
 (Tutto finor mi giova).
 VALENTINIANO
                                            Ezio, tu sei
1120d’ogni colpa innocente. Invido Augusto
 di cotesta tua gloria il tutto ha finto.
 Solo un giudicio io chiedo
 dall’eccelsa tua mente. Al suo sovrano
 contrastando la sposa,
1125il suddito è ribelle?
 EZIO
                                      E al suo vassallo
 che ’l prevenne in amor, quando la tolga,
 il sovrano è tiranno?
 VALENTINIANO
                                        A quel che dici,
 dunque Fulvia t’amò?
 FULVIA
                                           (Che pena!)
 VALENTINIANO
                                                                    A lui
 togli, o cara, un inganno e di’ s’io fui