La favola de’ tre gobbi, libretto, Venezia, Occhi, [1756] (Li tre gobbi rivali amanti di madama Vezzosa)

 ma chi sa con qual sorte. È sempre un fallo
 il simulare. Io sento
560che vi repugna il core.
 VARO
                                           In simil caso
 il fingere è permesso;
 e poi non è gran pena al vostro sesso.
 FULVIA
 
    Quel fingere affetto
 allor che non s’ama
565per molti è diletto;
 ma pena la chiama
 quest’alma non usa
 a fingere amor.
 
    Mi scopre, m’accusa
570se parla, se tace
 il labbro seguace
 dei moti del cor. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 VARO solo
 
 VARO
 Folle è colui che al tuo favor si fida,
 instabile fortuna! Ezio felice
575della romana gioventù poc’anzi
 era oggetto all’invidia,
 misura ai voti: e in un momento poi
 così cangia d’aspetto
 che dell’altrui pietà si rende oggetto.
580Purtroppo, o sorte infida,
 folle è colui che al tuo favor si fida.
 
    Nasce al bosco in rozza cuna
 un felice pastorello
 e coll’aure di fortuna
585giunge i regni a dominar.
 
    Presso al trono in regie fasce
 sventurato un altro nasce
 e fra l’ire della sorte
 va gli armenti a pascolar. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 Galleria di statue e ornamenti ad uso chinese, con una sedia capace di due persone; nel fondo gran scala che conduce a un bel vedere, dal quale vista di Roma.
 
 ONORIA e MASSIMO
 
 ONORIA
590Massimo, anch’io lo veggo, ogni ragione
 Ezio condanna. E pure
 incredulo il mio core
 reo non sa figurarlo e traditore.
 MASSIMO
 O virtù senza pari! È questo in vero
595eccesso di clemenza. E chi dovrebbe
 più di te condannarlo? Ei ti disprezza,
 ricusa quella mano
 contesa dai monarchi. Ogni altra avria...
 ONORIA
 Ah dell’ingiuria mia
600non ragionarmi più.
 MASSIMO
                                        E pure ei dice
 che ha in pugno il tuo voler, che tu l’adori...
 ONORIA
 Temerario! Ah non voglio
 che lungamente il creda; al primo sposo
 che suddito non sia saprò donarmi.
605Ei vedrà se mancarmi
 possan regni e corone,
 e s’ei di Onoria a suo piacer dispone.
 
 SCENA X
 
 VALENTINIANO e detti
 
 VALENTINIANO
 Onoria, non partir. Per mio riposo
 tu devi ad uno sposo
610forse poco a te caro offrir la mano;
 questo ci offese, è ver; ma il nostro stato
 assicurar dobbiamo. Ei ti richiede;
 e al pacifico invito
 acconsentir conviene.
 ONORIA
                                          (Ezio è pentito).
615M’è noto il nome suo?
 VALENTINIANO
                                           Purtroppo. Ho pena,
 germana, in proferirlo.
 ONORIA
 (Rifiutarlo or dovrei ma... ) Senti alfine
 se giova alla tua pace,
 disponi del mio cor come a te piace.
 MASSIMO
620Signore, il tuo disegno
 io non intendo. Ezio t’insidia e pensi
 solamente a premiarlo?
 VALENTINIANO
 Ad Ezio io non pensai, d’Attila io parlo.
 ONORIA
 (Oh inganno!) Attila?
 MASSIMO
                                          E come!
 VALENTINIANO
625Un messaggier di lui
 me ne recò pur ora
 la richiesta in un foglio.
 ONORIA
 Ezio sa la richiesta?
 VALENTINIANO
                                       E che? Degg’io
 consigliarmi con lui? Questo a che giova?
 ONORIA