La favola de’ tre gobbi, libretto, Venezia, Occhi, [1756] (Li tre gobbi rivali amanti di madama Vezzosa)

680(Stelle, che miro! In Fulvia
 come tanta incostanza!) (Nell’uscir vedendo Fulvia, si ferma)
 FULVIA
 (Resisti anima mia).
 VALENTINIANO
                                         Duce t’avanza.
 EZIO
 Il giudice qual è? Pende il mio fato
 da Cesare o da Fulvia?
 VALENTINIANO
                                            E Fulvia ed io
685siamo un giudice solo; ella è sovrana
 or che in lacci di sposo a lei mi stringo.
 EZIO
 (Donna infedel!)
 FULVIA
                                  (Potessi dir che fingo!)
 VALENTINIANO
 Ezio, m’ascolta; e a moderare impara
 per poco almeno il naturale orgoglio
690che giovarti non può. Qui si cospira
 contro di me; del tradimento autore
 ti crede ognun; di fellonia t’accusa
 il rifiuto d’Onoria, il troppo fasto
 delle vittorie tue, l’aperto scampo
695ad Attila permesso, il tuo geloso
 e temerario amor, le tue minacce
 di cui tu sai che testimonio io sono.
 Pensa a scolparti o a meritar perdono.
 MASSIMO
 (Sorte, non mi tradir).
 EZIO
                                            Cesare, in vero
700ingegnoso è il pretesto. Ove si asconde
 costui che t’assalì? Chi dell’insidia
 autor mi afferma? Accusator tu sei
 del figurato eccesso,
 giudice e testimonio a un tempo istesso.
 FULVIA