La favola de’ tre gobbi, libretto, Monaco, Vötter, 1758 (Li tre gobbi rivali amanti di madama Vezzosa)

 (Cangiar favella e simular conviene).
 EZIO
 Ma sa Cesare, o Fulvia,
120Ch’Ezio t’adora?
 FULVIA
                                 Il ciel non voglia.
 MASSIMO
                                                                  A lui
 finora il vostro amore
 di celar procurai.
 EZIO
                                  Questo è l’errore. (Con tranquillità sicura)
 Cesare non ha colpa. Addio. Lasciate
 che solo io parli: e tutto
125cangerà di sembianza.
 FULVIA
                                            Ah no, rifletti
 pria di parlar. Qualche funesto evento
 mi presagisce il cor. Nacqui infelice
 e sperar non mi lice
 che la sorte per me giammai si cangi.
 EZIO
130Son vincitor; sai che t’adoro; e piangi?
 
    Pensa a serbarmi, o cara,
 i dolci affetti tuoi;
 amami e lascia poi
 ogn’altra cura a me.
 
135  Tu mi vuoi dir col pianto
 che resti in abbandono.
 No, così vil non sono;
 e meco ingrato tanto
 no, Cesare non è. (Parte con il seguito di soldati e schiavi)
 
 SCENA IV
 
 MASSIMO e FULVIA
 
 FULVIA
140È tempo, o genitore,
 che uno sfogo conceda al mio rispetto.
 Tu pria d’Ezio all’affetto
 prometti la mia destra; indi m’imponi