La favola de’ tre gobbi, libretto, Monaco, Vötter, 1758 (Li tre gobbi rivali amanti di madama Vezzosa)

260l’idolatria del volgo; omai si scorda
 quasi del suo sovrano. A me parrebbe
 mal sicuro riparo
 innalzarlo ad un grado sì sublime.
 VALENTINIANO
 Dunque vuoi ch’io m’impegni
265su l’orme de’ tiranni e ch’io divenga
 all’odio universale oggetto e segno?
 MASSIMO
 La prima arte del regno
 è il soffrir l’odio altrui. Giova al regnante
 più l’odio che l’amor. Con chi l’offende
270ha più ragion d’esercitar l’impero.
 VALENTINIANO
 Massimo, non è vero.
 Chi fa troppo temersi
 teme l’altrui timor. Tutti gli estremi
 confinano fra loro.
 MASSIMO
275Signor, parlai finora
 per zelo sol del tuo riposo; e volli
 rammentar che si deve
 ad un periglio opporsi infin ch’è lieve. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 VALENTINIANO ed EZIO
 
 EZIO
 Eccomi al cenno tuo.
 VALENTINIANO
                                        Duce, un momento
280non posso tollerar d’esserti ingrato.
 Vuo’ che il mondo conosca
 che se premiarti appieno
 Cesare non poté, tentollo almeno.
 Ezio, il cesareo sangue
285s’unisca al tuo. D’affetto
 darti pegno maggior non posso mai.
 Sposo d’Onoria al nuovo dì sarai.
 EZIO
 (Che ascolto!)
 VALENTINIANO
                             Non rispondi?
 EZIO
                                                          Onor sì grande
 mi sorprende a ragion. D’Onoria il grado
290chiede un re, chiede un trono;
 ed io regni non ho, suddito io sono.
 VALENTINIANO
 Ma un suddito tuo pari
 è maggior d’ogni re. Se non possiedi,
 tu doni i regni; e ’l possedergli è caso;
295il donargli è virtù.
 EZIO
                                    La tua germana,
 signor, deve alla terra
 progenie di monarchi; e meco unita
 vassalli produrrà. Sai che con questi
 ineguali imenei
300ella a me scende, io non m’innalzo a lei.
 VALENTINIANO
 Duce, fra noi si parli
 con franchezza una volta. Il tuo rispetto
 è un pretesto al rifiuto. Alfin che brami?
 Forse è picciolo il dono? O vuoi per sempre
305Cesare debitor? Superbo al paro
 di chi troppo richiede
 è colui che ricusa ogni mercede.
 EZIO
 E ben, la tua franchezza
 sia d’esempio alla mia. Signor, tu credi
310premiarmi e mi punisci.
 VALENTINIANO
                                                Io non sapea
 che a te fosse castigo
 una sposa germana al tuo regnante.
 EZIO