La favola de’ tre gobbi, libretto, Vienna, Ghelen, 1759 (Madama Vezzosa)

 lo scempio tuo; quella son io che tanto
 cara ti fui per mia fatal sventura.
935Io, perfido, son quella
 che oltraggiasti in amor, quando ad Onoria
 offristi il mio consorte.
 Giacché tutto perdei, chiedo una morte.
 MASSIMO
 (Ingegnosa pietà!)
 VALENTINIANO
                                     Massimo alfine
940dove io sia più non so.
 MASSIMO
                                           Ma so ben io
 che colpevole adesso
 comincio Augusto a divenir. Son padre
 d’una figlia spergiura.
 Ah Cesare assicura
945i giorni tuoi col mio morir. Potrebbe
 il naturale affetto,
 che per la prole in ogni petto eccede,
 del padre un dì contaminar la fede.
 VALENTINIANO
 A suo piacer la sorte
950di me disponga, io m’abbandono a lei.
 Son stanco di temer. Se tanto affanno
 la vita ha da costar, no, non la curo.
 Nelle dubbiezze estreme
 per mancanza di speme io m’assicuro.