La favola de’ tre gobbi, libretto, Praga, Pruscha, [1760] (Madama Vezzosa)

 difende un traditore? Ah che il sospetto
 del geloso mio cor vero diviene.
 MASSIMO
 Credi Fulvia capace
705d’altro amor che del tuo? T’inganni. In lei
 è pietà la difesa e non amore.
 La minaccia, l’orrore
 di castigo e di morte
 la fanno impietosir. Del sesso imbelle
710la natia debolezza ancor non sai?
 
 SCENA III
 
 VARO e detti
 
 VARO
 Cesare, invano il traditor cercai.
 VALENTINIANO
 Ma dove si celò?
 VARO
                                 La nostra cura
 non poté rinvenirlo.
 VALENTINIANO
                                       E deggio in questa
 incertezza restar? Di chi fidarmi?
715Di chi temer? Stato peggior del mio
 vedeste mai?
 MASSIMO
                            Ti rassicura. Un colpo,
 che a vuoto andò, del traditor scompone
 tutta la trama. Io cercherò d’Emilio;
 io veglierò per te. Del tutto ignoto
720l’insidiator non è. Per tua salvezza
 d’alcuno intanto assicurar ti puoi.
 VALENTINIANO
 Deh m’assistete; io mi riposo in voi.
 
    Vi fida lo sposo,
 vi fida il regnante
725dubbioso ed amante
 la vita e l’amor.
 
    Tu, amico, prepara (A Massimo)
 soccorso ed aita;
 tu serbami, o cara,
730gli affetti del cor. (A Fulvia; e parte con Varo e pretoriani)
 
 SCENA IV
 
 MASSIMO e FULVIA
 
 FULVIA
 E puoi d’un tuo delitto
 Ezio incolpar! Chi ti consiglia, o padre?
 MASSIMO
 Folle! La sua ruina
 è riparo alla mia; della vendetta
735mi agevola il sentier. S’ei resta oppresso,
 non ha difesa Augusto. Or vedi quanto
 è necessaria a noi. Troppo maggiore
 d’un femminil talento
 questa cura saria; lasciane il peso
740a chi di te più visse