La favola de’ tre gobbi, libretto, Venezia, Zatta, 1794

 (Sì sì, veng’ancor lui,
175soggezion non mi prendo di costui). (Parte la donzella)
 Giacché non è geloso,
 caro signor barone,
 con buona permissione
 un altro cavalier vuol visitarmi,
180onde la prego in libertà lasciarmi.
 MACACCO
 Fa... fa... fa... fa... fate pure,
 so anch’i... ch’io la usanza,
 mi mi mi riti... tiro in questa stanza.
 MADAMA
 Questo sarebbe il caso (Entra in un’altra camera)
185per una cui piacesse
 di vivere al gran mondo,
 ha la vita piegata e il capo tondo.
 IL CONTE
 Al volto porporino
 di madama graziosa umil m’inchino.
 MADAMA
190Io dalle grazie sue resto stordita
 e riverisco il conte Bellavita.
 IL CONTE
 Permetta, anzi conceda
 che prostato si veda
 il prototipo ver de’ rispettosi
195l’infimo de’ suoi servi generosi.
 MADAMA
 Signor, lei mi confonde,
 dovrei dir ma non so,
 per andar alla breve, io tacerò.
 IL CONTE