La favola de’ tre gobbi, libretto, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA V
 
 Il CONTE ed il MARCHESE
 
 PARPAGNACCO
 Dunque sarem d'accordo,
 dunque andaremo insieme
520alla conversazion?
 CONTE
                                    Sì, non mi preme.
 Venite da madama,
 venga il terzo ed il quarto ed anco il quinto,
 so che il merito mio sarà distinto.
 PARPAGNACCO
 Sapete, signor conte,
525perché una tal risposta
 diedi alla cameriera?
 Perché la mia maniera,
 il mio garbo, il mio tratto
 darà a voi, darà a tutti scaccomatto.
 CONTE
530Veramente voi siete un bel Narciso.
 PARPAGNACCO
 Oh che leggiadro viso!
 Che grazia avete voi?
 Lo giuro da marchese,
 siete una figurina alla chinese.
 
535   Se vi guardo ben bene nel volto,
 voi mi fate di risa crepar.
 Quel visino così disinvolto
 è una cosa che fa innamorar.
 Che ti venga la rabbia nel dorso;
540guarda l'orso, mi vuole graffiar.
 
    Pretension veramente da pazzo,
 con quel grugno voler far l'amor.
 Zitto, zitto; non tanto schiamazzo,
 che madama vi vuole sposar,
545oh che matto che sei da ligar.
 
 CONTE
 Cotanta impertinenza
 io soffrire non voglio.
 PARPAGNACCO
                                          Siate buono.
 Che, s'io caccio la spada,
 griderete pietà, soccorso invano.
 CONTE
550Misero voi, s'io torno a metter mano.
 PARPAGNACCO
 Ma vien madama.
 CONTE
                                    Non ci vegga irati.
 PARPAGNACCO
 Lo sdegno sospendiam.
 CONTE
                                             Cessino l'onte.
 PARPAGNACCO
 V'abbraccio, amico.
 CONTE
                                       Ed io vi bacio in fronte.