La fenice sul rogo o vero La morte di San Giuseppe, partitura ms. CH-E (Il transito di San Giuseppe)

 CONTE
 (O soffrire un compagno o non amarla).
 MADAMA
 (Son due pazzi a consiglio).
 PARPAGNACCO
485(Che faccio?)
 CONTE
                            (A che m’appiglio?)
 PARPAGNACCO
 Conte.
 CONTE
                Marchese.
 PARPAGNACCO
                                     Che facciamo noi?
 CONTE
 Cosa pensate voi?
 PARPAGNACCO
 Penso che si può amare in compagnia.
 CONTE
 Penso al diavol mandar la gelosia.
 MADAMA
490(Eccoli già cangiati.
 Affé ci son cascati).
 PARPAGNACCO
 Andate da madama.
 CONTE
 E ditele in mio nome...
 PARPAGNACCO
 Che d’amarla con altri io mi contento.
 CONTE
495Pur che non lasci me, n’ami anche cento.
 MADAMA
 Bravi, così me piaxe,
 star da buoni compagni. Za la donna
 gh’ha el cuor come i meloni;
 una fetta per un contenta tutti.
500Cari i mi cari putti.
 Chi crede d’esser solo se ne mente,
 che le donne d’un sol no xe contente.
 PARPAGNACCO
 Dunque andiam da madama.
 MADAMA
 No no, aspetela qua.
505Che za la vegnirà. Lassé che vaga
 mi dalla mia parona
 a portarghe sta niova così bona.
 
    Sieu tanto benedetti
 o cari sti gobbetti.
510Staremo allegramente
 in pase tra de nu,
 
    caro quel muso.
 Caro colù!
 
    Via che la vaga
515de chi è sti mondi,
 tutti i xe nostri,
 tutto è per nu.
 
    Caro quel gobbo,
 caro colù!
 
520   Mi za son donna Betta
 che gh’ha la lengua schietta.
 Se vu saré zelosi,
 redicoli saré.
 
    E chi è zeloso...
525Za m’intendé... (Parte)
 
 PARPAGNACCO
 Dunque sarem d’accordo,
 dunque andaremo insieme
 alla conversazion?
 CONTE
                                    Sì, non mi preme.
 Venite da madama,
530venga il terzo ed il quarto ed anco il quinto,
 so che il merito mio sarà distinto.
 PARPAGNACCO
 Sapete, signor conte,
 perché una tal risposta
 diedi alla cameriera?
535Perché la mia maniera,
 il mio garbo, il mio tratto
 darà a voi, darà a tutti scaccomatto.
 CONTE
 Veramente voi siete un bel Narciso.
 PARPAGNACCO
 Oh che leggiadro viso!
540Che grazia avete voi!
 Lo giuro da marchese,
 voi siete una figura alla chinese.
 
    Se vi guardo ben bene nel volto,
 voi mi fate di risa creppar.
545Quel vitino così disinvolto
 è una cosa che fa innamorar.
 Che ti venga la rabbia nel dorso;
 guarda l’orso? Mi vuole graffiar.
 
 CONTE
 Cotanta impertinenza
550io soffrire non voglio.
 PARPAGNACCO
                                          Siate buono.
 Che, s’io caccio la spada,
 griderete pietà, soccorso invano!
 CONTE
 Misero voi, s’io torno a metter mano!
 PARPAGNACCO
 Ma vien madama.
 CONTE
                                    Non ci vegga irati.
 PARPAGNACCO
555Lo sdegno sospendiam.
 CONTE
                                             Cessino l’onte.
 PARPAGNACCO
 V’abbraccio, amico.
 CONTE
                                       Ed io vi baccio in fronte. (Viene madama servita da Macacco)
 MADAMA
 Bravi, così mi piace.
 Amici in buona pace.
 PARPAGNACCO
 Madama, son per voi.
 CONTE
560Son qui, son tutto vostro.
 MADAMA
 Aggradisco d’ognun le grazie sue;
 ma vi voglio d’accordo tutti due.
 PARPAGNACCO
 Io per me son contento.
 CONTE
 Di farlo io non mi pento.
 MACACCO
565Ed io non sche... sche... scherzo,
 se se se siete due, fa... farò il terzo.
 MADAMA
 Caro il mio Parpagnacco,
 contin grazioso, amabile Macacco,
 venite tutti tre,
570che male già non v’è.
 Mentre c’insegna l’odierna moda
 che il galantuom lasci goder e goda.
 PARPAGNACCO
 Io per vostro riguardo il tutto accordo.
 CONTE
 Io sarò, se il volete, e cieco e sordo.
 MACACCO
575Ed io per fa... farvi piacere
 vi farò da ca... ca... ca... candeliere.
 MADAMA
 Andiamo dunque uniti
 a cantare e ballare
 e per divertimento
580venga ognuno a suonar qualche istromento. (Parte)
 PARPAGNACCO
 Sì, vengo e suonerò
 con madama gentil quanto potrò. (Parte)
 CONTE
 Corpo di Bacco, anch’io
 voglio suonar coll’istrumento mio. (Parte)
 MACACCO
585Ed io per che che che non son merlotto
 voglio suo... suo... suonar il cifolotto. (Parte. Esce Parpagnacco colla chittara)
 PARPAGNACCO
 
    Oh bella cosa ch’è
 l’amar e non temer!
 Che amabile goder
590in buona società! (Esce il conte col violencello al collo)
 
 CONTE
 
    Che bell’amar così
 senza tormento al cor!
 Oh che felice amor,
 che gusto ognor mi dà. (Esce Macacco con flauto)
 
 MACACCO
 
595   Ca... ca... ca... caro amor,
 be... bella libertà!
 Do... donne di bon cor
 fa... fate carità. (Esce madama con un cembalo)
 
 MADAMA
 
    Chi vuol amar con me
600content’ognor sarà;
 ma pensi ognun per sé,
 ch’io voglio libertà.
 
 A QUATTRO
 
    Viva l’amore, viva il bon core,
 viva l’amarsi con libertà.
 
 CONTE
 
605   Senti, senti il chitarino,
 dice: «E viva l’amorino».
 
 PARPAGNACCO
 
 Senti, senti il violoncello,
 dice: «E viva il viso bello».
 
 MACACCO
 
 Se... se... senti il ciffolotto,
610dice: «E viva un bel visotto».
 
 MADAMA
 
 Ed il cembal, senti senti,
 dice: «E viva i tre contenti».
 
 A QUATTRO
 
    Viva, viva l’allegria,
 bell’amar in compagnia.
615Che piacere al cor ci dà
 questa cara libertà.
 
 Fine dell’intermezzo
 
 
 
 I TRE GOBBI RIVALI IN AMORE
 
 
    Componimento drammatico che introduce ad un ballo cinese da rappresentarsi nel teatro di sua altezza serenissima il signor principe di Carignano, con l’intermezzo de’ Tre gobbi rivali in amore, farsa a quattro voci di Poliseno Feceio, pastor arcade.
    In Torino, per Ignazio Cafasso stampatore del Sant’Officio, all’insegna di Sant’Anna, con licenza de’ superiori, a spese di Gaspare Baino.
 
 
 INTERLOCUTORI
 
 INTERMEZZI
 
 MADAMA VEZZOSA
 (la signora Maria Angela Paganini)
 IL CONTE BELLAVITA
 (il signor Carlo Paganini di Firenze)
 IL MARCHESE PARPAGNACCO
 (signor Ambrosini)
 IL BARON BALOCCO
 (il signor Pietro Bigiogero)
 
 
 PARTE PRIMA DELL’INTERMEZZO
 
 Camera con toletta.
 
 Madama VEZZOSA con una donzella
 
 MADAMA
 
    Alla toletta
 mi vado a porre;
 e cosa dite,
 non farò bene?
5Mi vuo’ conciare
 ma da mia pari
 un bel toppè.
 
    Allor direte:
 «Oh com’è bella»
10ed io con gusto
 dirò: «Son quella
 così pulita».
 «Che bella vita»
 direte ancora
15«signora coll’andriè».
 
 Per tutte le botteghe
 so che di me si parla;