Alessandro nell’Indie, libretto, Stoccarda, Cotta, 1760

 SCENA VI
 
 Recinto di palme e cipressi con picciolo tempio nel mezzo, dedicato a Bacco nella reggia di Cleofide.
 
 CLEOFIDE con seguito, indi PORO
 
 CLEOFIDE
 Perfidi! Qual riparo, (Alle comparse)
230qual rimedio adoprar? Mancando ogn'altro,
 dovevate morir. Tornate in campo,
 ricercate di Poro. Il vostro sangue,
 se tardo è alla difesa,
 se vile è alla vendetta,
235spargetelo dal seno
 alla grand'ombra in sacrificio almeno. (Partono le comparse)
 Oh dei, mi fa spavento
 più di Poro il coraggio,
 l'anima intollerante e le gelose
240furie, che in sen sì facilmente aduna,
 che 'l valor d'Alessandro e la fortuna.
 PORO
 (Ecco l'infida). Io vengo,
 regina, a te di fortunati eventi
 felice apportator.
 CLEOFIDE
                                  Numi! Respiro.
245Che rechi mai?
 PORO
                               Per Alessandro alfine
 si dichiarò la sorte. A me non resta
 che una vana costanza
 che un inutile ardir.
 CLEOFIDE
                                        Son queste, oh dio,
 le felice novelle!
 PORO
                                Io non saprei
250per te più liete immaginarne. Il solo
 inciampo al vincitor con me si toglie.
 Onde potrai fra poco
 in lui destar gl'intiepiditi ardori
 e far che ossequioso
255del domato Oriente
 venga a deporti al piè tutti i trofei.
 CLEOFIDE
 Ah non dirmi così che ingiusto sei.
 PORO
 Ingiusto! È forse ignoto
 che quando in su l'Idaspe
260spiegò primier le pellegrine insegne
 adorasti Alessandro? E che di lui
 seppe la tua beltà farti tiranna,
 forse l'India nol sa?
 CLEOFIDE
                                       L'India s'inganna.
 Torna, torna in te stesso: altro pensiero
265chiede la nostra sorte
 che quel di gelosia.
 PORO
                                      Qual'è? Pretendi
 che d'Alessandro al piede
 io mi riduca ad implorare pietade?
 Vuoi che sia la tua mano
270prezzo di pace? Ambasciador mi vuoi
 di queste offerte? Ho da condurti a lui?
 Ho da soffrir tacendo
 di rimirarti ad Alessandro in braccio?
 Spiegati pur ch'io eseguisco e taccio.
 CLEOFIDE
275Né mai termine avranno
 le frequenti dubbiezze
 del geloso tuo cor? Credimi o caro,
 fidati pur di me.
 PORO
                                  Di te si fida
 anche Alessandro. E chi può dir qual sia
280l'ingannato di noi? So ch'ei ritorna
 e torna vincitor. So ch'altre volte
 coll'armi de' tuoi vezzi o finti o veri
 hai le sue forze indebolite e dome.
 E creder deggio? E ho da fidarmi? E come!
 CLEOFIDE
285Ingrato, hai poche prove
 della mia fedeltà? Comparve appena
 su l'indico confine
 dell'Asia il domator che il tuo periglio
 fu il mio primo spavento. Incontro a lui
290lusinghiera m'offersi, acciò con l'armi
 non passasse a' tuoi regni. Ad onta mia
 seco pugnasti. A te già vinto, asilo
 fu questa reggia; e non è tutto. In campo
 la seconda fortuna
295vuoi ritentar; l'armi io ti porgo e perdo
 l'amistà d'Alessandro,
 di mie lusinghe il frutto,
 de' miei sudditi il sangue, il regno mio.
 E non ti basta? E non mi credi?
 PORO
                                                            (Oh dio!)
 CLEOFIDE
300Tolerar più non posso
 così barbari oltraggi.
 Fuggirò questo cielo, andrò raminga
 per balze e per foreste
 spaventose allo sguardo, ignote al sole,
305mendicando una morte. I miei tormenti,
 le tue furie una volta
 finiranno così. (In atto di partire)
 PORO
                               Fermati; ascolta.
 CLEOFIDE
 Che dir mi puoi?
 PORO
                                   Che a gran ragion t'offende
 il geloso amor mio.
 CLEOFIDE
                                      Questo è un amore
310peggior dell'odio.
 PORO
                                   Io ti prometto, o cara,
 che mai più di tua fede
 dubitar non saprò.
 CLEOFIDE
                                     Queste promesse
 mille volte facesti e mille volte
 tornasti a vacillar.
 PORO
                                    Se mai di nuovo
315io ti credo infedel, per mio tormento
 altra fiamma t'accenda;
 e vera in te l'infedeltà si renda.
 CLEOFIDE
 Ancor non m'assicuro.
 Giuralo.
 PORO
                   A tutti i nostri dei lo giuro.
 
320   Se mai più sarò geloso,
 mi punisca il sacro nume
 che dell'India è domator.