Alessandro nell’Indie, libretto, Stoccarda, Cotta, 1760

 SCENA XVI
 
 PORO e CLEOFIDE
 
 PORO
 Lode agli dei. Son persuaso alfine
 della tua fedeltà.
 CLEOFIDE
                                 Lode agli dei,
 Poro di me si fida,
 più geloso non è.
 PORO
                                  Dov'è chi dice
655che un femminil pensiero
 dell'aura è più leggiero?
 CLEOFIDE
                                               Ov'è chi dice
 che più del mare un sospettoso amante
 è torbido, incostante?
 Io non lo credo.
 PORO
                               Ed io
660nol posso dir.
 CLEOFIDE
                            Mi disinganna assai.
 PORO
 Mi convince abbastanza
 CLEOFIDE
 la placidezza tua.
 PORO
                                  La tua costanza.
 CLEOFIDE
 Ricordo il giuramento.
 PORO
 La promessa rammento.
 CLEOFIDE
665Si conosce.
 PORO
                       Si vede.
 CLEOFIDE
 Che placido amator!
 PORO
                                        Che bella fede!
 
    Se mai turbo il tuo riposo,
 se m'accendo ad altro lume,
 pace mai non abbia il cor.
 
 CLEOFIDE
 
670   Se mai più sarò geloso,
 mi punisca il sacro nume
 che dell'India è domator.
 
 PORO
 
 Infedel, questo è l'amore?
 
 CLEOFIDE
 
 Menzogner, questa è la fede?
 
 A DUE
 
675Chi non crede al mio dolore
 che lo possa un dì provar.
 
 PORO
 
    Per chi perdo, o giusti dei,
 il riposo de' miei giorni!
 
 CLEOFIDE
 
 A chi mai gli affetti miei,
680giusti dei, serbai finora!
 
 A DUE
 
 Ah si mora e non si torni
 per l'ingrata
                          a sospirar.
 per l'ingrato
 
 Fine dell’atto primo