Il filosofo di campagna, libretto, Dresda, Stösselin e Krausen, 1755 (Praga)

 SCENA X
 
 DON TRITEMIO e detti
 
 DON TRITEMIO
 Oh genero garbato!
755Alla sposa ha mandato (Mostra un gioiello)
 questo ricco gioiello.
 Prendilo, Eugenia mia; guarda s'è bello.
 EUGENIA
 Non lo curo, signore...
 DON TRITEMIO
                                          Ed io comando
 che tu prender lo debba; il ricusarlo
760sarebbe una insolenza.
 EUGENIA
 Dunque lo prenderò per obbedienza. (Prende il gioiello)
 Non mi piace, nol voglio; a te lo dono. (Lo dà a Lesbina)
 LESBINA
 Grazie. (Lo prende)
 DON TRITEMIO
                  Rendilo a me. (A Lesbina)
 LESBINA
                                              Signor padrone,
 sentite una parola.
765(Se la vostra figliuola
 è meco generosa,
 lo fa perché di voi mi brama sposa). (Piano a don Tritemio)
 DON TRITEMIO
 (Lo crederò?) (A Lesbina)
 LESBINA
                             Signora,
 non è ver che bramate
770che sposa io sia? Nel darmi queste gioie
 confessatelo pur, vostro pensiero
 non è che sposa sia Lesbina?
 EUGENIA
                                                       È vero.
 DON TRITEMIO
 E tu che dici? (A Lesbina)
 LESBINA
                             Io dico
 che se il destino amico
775seconderà il disegno,
 le gioie accetto e accetterò l'impegno.
 
    Bricconcelli disgraziati,
 fate voi gl'innamorati
 e poi quando siam cascate,
780ve n'andate, ci piantate
 ma con me non va così.
 La mia grazia chi la vuole,
 cara assai la pagherà.
 
    Non vi cerco, non vi chiamo;
785non vi curo, non vi bramo;
 ma poi quando voi volete,
 esser docili dovete
 e trattar con civiltà.