Alessandro nell’Indie, libretto, Stoccarda, Cotta, 1760

 SCENA VIII
 
 CLEOFIDE, PORO e TIMAGENE con guardie
 
 TIMAGENE
 Macedoni, alla reggia
 Cleofide si scorga; e intanto Asbite
 meco rimanga.
 CLEOFIDE
                               (In libertà potessi,
905senza scoprirlo, almen dargli un addio).
 PORO
 (Potessi all'idol mio
 libero favellar).
 CLEOFIDE
                               De' casi miei
 Timagene hai pietà?
 TIMAGENE
                                         Più che non credi.
 CLEOFIDE
 Ah se Poro mai vedi,
910digli dunque per me che non si scordi
 alle sventure in faccia
 la costanza d'un re; ma soffra e taccia.
 
    Digli ch'io son fedele,
 digli ch'è il mio tesoro,
915che m'ami, ch'io l'adoro,
 che non disperi ancor.
 
    Digli che la mia stella
 spero placar col pianto,
 che lo consoli intanto
920l'immagine di quella
 che vive nel suo cor. (Parte con le guardie)