Il filosofo di campagna, libretto, Leida, Groot, 1755

 so che di me si parla,
20per le vie, per le piazze e per le case.
 E in ogni angolo alfin della città
 non si fa che parlar di mia beltà.
 Io però non son pazza;
 non mi fo vagheggiar per ambizione;
25non cerco cicisbei belli e graziosi
 ma ricchi, di buon core e generosi.
 So che la gioventù passa e non dura,
 onde chi non procura
 per tempo stabilir la sua fortuna
30arriva alla vecchiezza;
 ed allora può dirsi: «Addio bellezza».
 
 SCENA II
 
 CAMERIERA e dette, indi il marchese PARPAGNACCO
 
 CAMERIERA
 Signora, è qui il marchese Parpagnacco.
 VEZZOSA
 Venga, venga; è padrone. (Partono le cameriere unite)
 Costui fa il signorone,
35benché nato villan. Ma non importa.
 In oggi chi ha danari in quantità,
 porta nel suo taschin la nobiltà.
 PARPAGNACCO
 Riverente m’inchino
 a quella bella grazia
40che di farmi languir non è mai sazia.
 VEZZOSA
 Io faccio riverenza
 a que’ vezzosi rai
 che di farmi penar non cessan mai.
 PARPAGNACCO
 Ah madama Vezzosa,
45siete molto graziosa!
 VEZZOSA