Il filosofo di campagna, libretto, Leida, Groot, 1755

 anzi grazia gli dà quel monticello;
 e poi chi ha del danaro è sempre bello.
 PARPAGNACCO
 Danar? Voi lo sapete;
65feudi, ville, campagne,
 palazzi, servitù, sedie, carrozze,
 ori, argenti, diamanti e ricche spoglie
 non mi mancano mai. Voi lo sapete,
 io possiedo un tesoro.
 VEZZOSA
70(Certamente ha costui la gobba d’oro).
 PARPAGNACCO
 Una cosa mi manca.
 VEZZOSA
                                        E cosa è mai?
 Ella ha feudi e campagne,
 palazzi, servitù, sedie e carrozze,
 ori, argenti, diamanti e ricche spoglie.
 PARPAGNACCO
75Mi manca, lo dirò, una bella moglie.
 VEZZOSA
 Ritrovarla conviene. Una tal donna
 sarà ben fortunata,
 se la trova, o signore.
 PARPAGNACCO
                                         Io l’ho trovata.
 VEZZOSA
 E chi è mai, e chi è mai? Sarà sicuro
80giovine, com’ell’è, graziosa e bella.
 PARPAGNACCO
 Lo volete saper? Voi siete quella.
 VEZZOSA
 Io? Davvero? lo credo? Oh me felice!
 Oh che sorte! Oh che grazia! Oh che contento!
 Quasi impazzir dall’allegria mi sento.
85(Se mi credi, minchion, la sbagli affé.
 Voglio i danari tuoi, non voglio te).
 PARPAGNACCO
 Questa vostra allegrezza
 m’empie il cor di dolcezza.
 Sudo, smanio, deliro,
90rido per lo contento e poi sospiro.
 
    Quegli occhietti belli belli
 m’hanno fatto innamorar.
 Quei labbretti cari cari
 mi potrebber consolar.
95Quel ch’io vedo e che non vedo
 mi fa sempre sospirar.
 
    Occhi vezzosi,
 labbri amorosi,
 ah non mi fate
100più delirar!
 
 VEZZOSA
 Io ingannarvi, signor? Mi meraviglio.
 In casa mia non vien nessuno al mondo.
 Io non sono di quelle... Eh faccia grazia,
 dove ha comprato mai quel bel diamante
105spiritoso, brillante? (Guardando un anello ch’egli ha in dito)
 Certamente è un incanto.
 PARPAGNACCO
 Le piace?
 VEZZOSA
                     Signorsì, mi piace tanto.
 PARPAGNACCO
 Padrona. (Presentandole l’anello)
 VEZZOSA
                     Mi stupisco. (Ricusandolo con affettata modestia)
 PARPAGNACCO
                                              Eh via. (Come sopra)
 VEZZOSA
                                                              No certo. (Come sopra)
 PARPAGNACCO
 Mi fa torto. (Come sopra)
 VEZZOSA
                         Ma poi... Non vuo’, non vuo’. (Come sopra)
 PARPAGNACCO
110Eh lo prenda. (Ponendole in dito l’anello)
 VEZZOSA
                             Via via, lo prenderò. (Fingendo vergogna)
 PARPAGNACCO
 Dunque mia cara sposa... (Abbracciandola)
 VEZZOSA
                                                  Con licenza. (Ritrandosi nel veder la cameriera)
 
 SCENA III
 
 La CAMERIERA e detti
 
 CAMERIERA
 (Il barone Maccacco
 vi viene a visitar). (A Vezzosa a parte)
 VEZZOSA
                                     (Non so che dire. (Alla cameriera a parte)
 Farlo indietro tornar non è creanza.
115Venga pur, ch’io l’attendo in questa stanza). (La cameriera parte)
 PARPAGNACCO
 Oh gioia mia diletta!
 VEZZOSA
 (Sono imbrogliata assai). Vien mio fratello,
 uomo senza cervello e assai manesco;
 se vi trova con me, voi state fresco.
 PARPAGNACCO
120Dunque che deggio far? (Pauroso)
 VEZZOSA
                                               Io vi consiglio,
 
 per fuggire il periglio,
 nascondervi colà.
 PARPAGNACCO
                                  Poi se mi trova? (Come sopra)
 VEZZOSA
 Lasciate far a me;
 difendervi prometto.
 PARPAGNACCO
125Che mi spiani la gobba io già m’aspetto. (Si nasconde alla diritta)
 
 SCENA IV
 
 VEZZOSA, poi MACCACCO
 
 VEZZOSA
 Vi vuole un po’ d’ingegno
 a far l’amor con questo e con quell’altro;
 e vi vuol pronto labbro ed occhio scaltro.
 MACCACCO
 Ma... ma... ma... ma... madama,
130vi chie... chiedo perdono.
 VEZZOSA
 Del barone Maccacco io serva sono.
 MACCACCO
 Cosa fa... fa... fa... fate?
 VEZZOSA
                                            Io sto be... bene. (Contraffacendolo)
 MACCACCO
 Non mi co... corbellate.
 VEZZOSA
 Pensi lei. Signorsì,
135parlo anch’io qualche volta co... così.
 MACCACCO
 Io sono innamorato
 di voi, mia be... be... bella;
 viver non posso senza
 chia... chia... chiamar aita
140da voi che sie... sie... siete la mia vita.
 VEZZOSA
 (Che ti venga la rabbia. (Da sé)
 Oh che brutta figura!
 Questo può dirsi un mostro di natura).
 MACCACCO
 Le ragazze mi co... co... corron dietro;
145vorrian ch’io fo... fo... fo... fo... follemente
 le amassi; ma non fa... fa... fanno niente.
 
    Dolce stral del dio bambino,
 bel visino fresco e tondo,
 mappamondo del mio cor.
 
150   Per te son qual navicella...
 No... qual fiore in mezzo al prato...
 Meglio assai... qual tortorella...
 No... qual fiume che sboccato...
 Ah non trovo un paralello
155per esprimere il flagello
 che di me fa il dio d’amor!
 
 VEZZOSA