Il filosofo di campagna, partitura ms. F-Pn, 1755 (Il filosofo)

 SCENA II
 
 DON TRITEMIO e dette
 
 DON TRITEMIO
 A che gioco giochiamo?
 Corro, ti cerco e chiamo,
 mi fuggi e non rispondi?
 Quando vengo da te perché ti ascondi?
 EUGENIA
545Perdonate signor...
 LESBINA
                                     La poveretta
 è un pochin ritrosetta.
 DON TRITEMIO
                                           Oh bella affé
 si vergogna di me, poi collo sposo
 il suo core non è più vergognoso.
 LESBINA
 Vi stupite di ciò? Si vedon spesso
550cotali meraviglie.
 Soglion tutte le figlie,
 ch'ardono in sen d'amore,
 la modestia affettar col genitore.
 DON TRITEMIO
 Basta veniamo al fatto; è ver che avesti
555dallo sposo l'anello?
 LESBINA
                                       Signorsì.
 DON TRITEMIO
 Parlo teco, rispondi.
 EUGENIA
                                       Eccolo qui.
 DON TRITEMIO
 Capperi! È bello assai.
 Non mi credevo mai
 che Nardo avesse di tai gioie in dito.
560Vedi se t'ho trovato un buon marito
 EUGENIA
 (Misera me se tal mi fossi).
 DON TRITEMIO
                                                     Oh via
 cotesta ritrosia scaccia dal petto,
 queste morfie oramai mi fan dispetto.
 LESBINA
 Amabile sposina
565mostrate la bocchina un po' ridente.
 EUGENIA
 (Qualche volta Lesbina è impertinente).
 DON TRITEMIO
 È picchiato, mi par.
 LESBINA
                                       Vedrò chi sia.
 (Ehi badate non far qualche pazzia).