Il filosofo di campagna, partitura ms. F-Pn, 1755 (Il filosofo)

 SCENA IV
 
 DON TRITEMIO, poi RINALDO e CAPOCCHIO
 
 DON TRITEMIO
 Se denaro vorrà gliene darò,
 pur che sicuro sia con fondamento
 e che almeno mi paghi il sei per cento.
 Ma che vedo? È colui
590che mi ha chiesto la figlia. Or che pretende?
 Col notaro che vuol? Che far intende?
 RINALDO
 Compatite signor...
 DON TRITEMIO
                                      La riverisco.
 RINALDO
 Compatite se ardisco
 replicarvi l'incomodo. Temendo
595che non siate di me ben persuaso
 ho condotto il notaro
 il qual patente e chiaro
 di me vi mostrerà
 titolo, parentele e facoltà.
 DON TRITEMIO
600(È ridicolo invero).
 CAPOCCHIO
                                      Ecco signore
 l'istromento rogato
 d'un ricco marchesato;
 ecco l'albero suo, da cui si vede
 che per retto camino
605vien l'origine sua dal re Pipino.
 DON TRITEMIO
 Oh caperi! Che vedo!
 Questa è una cosa bella in verità;
 ma della nobiltà, signor mio caro,
 come andiamo del par con il denaro?
 RINALDO
610Mostrategli i poderi,
 mostrategli sinceri i fondamenti.
 CAPOCCHIO
 Questi sono istrumenti
 di comprede, di censi e di livelli,
 questi sono contratti buoni e belli.
 
615   Nel Quattrocento
 sei possessioni,
 nel Cinquecento
 quattro valloni.
 Anno millesimo
620una duchea.
 Milletrentesimo
 una contea
 emit etcaetera.
 
    Case, casoni,
625giurisdizioni,
 frutti annuali,
 censi e cambiali
 sic etcaetera
 cum etcaetera.