Il filosofo di campagna, partitura ms. F-Pn, 1755 (Il filosofo)

 SCENA XVII
 
 DON TRITEMIO e LESBINA
 
 DON TRITEMIO
 Che ardir! Che petulanza!
1015Questo signor Rinaldo è un temerario,
 gl'ho detto civilmente
 che Eugenia è data via,
 egli viene a bravar in casa mia?
 LESBINA
 Povero innamorato
1020lo compatisco.
 DON TRITEMIO
                             Brava!
 Lo compatisci?
 LESBINA
                               Anch'io
 d'amor provo il desio,
 desio però modesto
 e s'altrui compatisco egl'è per questo.
 DON TRITEMIO
1025Ami ancor tu Lesbina?
 LESBINA
                                            Da questi occhi
 lo potete arguire.
 DON TRITEMIO
 Ma chi?
 LESBINA
                  Basta...
 DON TRITEMIO
                                  Ma chi?
 LESBINA
                                                   Nol posso dire.
 DON TRITEMIO
 Eh t'intendo furbetta;
 basta Lesbina, aspetta
1030che Eugenia se ne vada
 a far i fatti suoi
 ed allor penseremo ancor per noi.
 LESBINA
 Per me come per lei
 si potrebbe pensar nel tempo istesso.
 DON TRITEMIO
1035Via pensiamoci adesso.
 Quando il notaro viene
 ch'ho mandato a chiamar per la figliola
 farem due cose in una volta sola.
 LESBINA
 Ecco il notaro appunto
1040e vi è Nardo con lui.
 DON TRITEMIO
                                       Vengono a tempo,
 vado a prender Eugenia e in un momento
 farem due matrimoni e un istrumento. (Parte)