Alessandro nell’Indie, libretto, Stoccarda, Cotta, 1760

 SCENA IV
 
 CLEOFIDE ed ERISSENA
 
 ERISSENA
 Cleofide, sì presto io non sperai
1225le lagrime sul ciglio
 vederti inaridir ma n'hai ragione.
 Allor che acquisti tanto,
 non è per te più necessario il pianto.
 CLEOFIDE
 Il consolarsi alfine
1230è virtù necessaria alle reine.
 ERISSENA
 Quando costa sì poco
 l'uso della virtude, a chi non piace?
 CLEOFIDE
 Forse il tuo cor non ne saria capace.
 ERISSENA
 Incapace lo credi e pur distingue
1235la debolezza tua.
 CLEOFIDE
                                 Vorrei vederti
 più cauta in giudicare. Il più sicuro
 sai pur, ch'è sempre il giudice più tardo
 e s'inganna chi crede al primo sguardo.
 
    Se troppo crede al ciglio
1240colui che va per l'onde,
 invece del naviglio,
 vede partir le sponde,
 giura che fugge il lido
 e pur così non è.
 
1245   Se troppo al ciglio crede
 fanciullo al fonte appresso,
 scherza con l'ombra e vede
 moltiplicar se stesso;
 e semplice deride
1250l'immagine di sé. (Parte)