Alessandro nell’Indie, libretto, Stoccarda, Cotta, 1760

 SCENA XII
 
 Tempio magnifico dedicato a Bacco con rogo che nel mezzo s’accende.
 
 ALESSANDRO e CLEOFIDE preceduti dal coro de’ baccanti che escono danzando. Guardie, popolo e ministri del tempio con faci. Indi PORO in disparte
 
 CORO
 
    Dagl'astri discendi,
 o nume giocondo,
 ristoro del mondo,
1440compagno d'amor.
 
    D'un popolo intendi
 le supplici note,
 acceso le gote
 di sacro rossor.
 
 CLEOFIDE
1445Nell'odorata pira
 si destino le fiamme. (I ministri con due faci accendono il rogo)
 ALESSANDRO
                                          È dolce sorte
 d'un'alma grande, accompagnare insieme
 e la gloria e l'amor.
 PORO
                                      (Reggete il colpo,
 vindici dei).
 ALESSANDRO
                          Si uniscano, o regina,
1450ormai le destre e delle destre il nodo
 unisca i nostri cori.   (Accostandosele in atto di darle la mano)
 CLEOFIDE
 Ferma. È tempo di morte e non d'amori.
 ALESSANDRO
 Come!
 PORO
                (Che ascolto!)
 CLEOFIDE
                                            Io fui
 consorte a Poro. Ei più non vive. Io deggio
1455su quel rogo morir. Se t'ingannai,
 perdonami, Alessandro. Il sacro rito
 non sperai di compir senza ingannarti.
 Temei la tua pietà. Questo è il momento
 in cui si adempia il sacrificio appieno.   (In atto di andare verso il rogo)
 ALESSANDRO
1460Ah nol deggio soffrir.   (Volendo arrestarla)
 CLEOFIDE
                                           Ferma o mi sveno. (Impugnando uno stile)
 PORO
 (O inganno! O fedeltà!)   (Torna a celarsi)
 ALESSANDRO
                                                Non esser tanto
 di te stessa nemica.
 CLEOFIDE
 Il nome d'impudica
 vivendo acquisterei. Passa alle fiamme
1465dalle vedove piume
 ogni sposa fra noi. Questo è il costume
 de' nostri regni; ed ogni età lontana
 questa legge osservò.
 ALESSANDRO
                                         Legge inumana
 che bisogno ha di freno,
1470che distrugger saprò.   (Volendo arrestarla)
 CLEOFIDE
                                           Ferma o mi sveno. (Come sopra)
 ALESSANDRO
 Stelle, che far degg'io!