Il filosofo di campagna, libretto, Roma, Zempel, 1756 (Civitavecchia)

 SCENA V
 
 DON TRITEMIO e poi LA LENA
 
 DON TRITEMIO
 Figlia, figlia sgraziata
 dove sei? Non ti trovo; ah se Rinaldo
 mi capita alle mani
1290lo vuo' sbranar, come fa l'orso i cani.
 Invan l'ho ricercato al proprio albergo;
 sa il cielo se il briccon se l'ha nascosta
 o se via l'ha menata per la posta.
 Son fuor di me; son pieno
1295di rabbia e di veleno.
 Se li trovassi, li farei pentire.
 Li vuo' trovar, se credo di morire.
 LA LENA
 Signor, che cosa avete
 che sulle furie siete?
1300Fin là dentro ho sentito
 che siete malamente inviperito.
 DON TRITEMIO
 Ah! Son assassinato.
 M'han la figlia involato;
 non la trovo, non so dove ella sia.
 LA LENA
1305E non v'è altro?
 DON TRITEMIO
                                Una minchioneria!
 LA LENA
 Eugenia, vostra figlia,
 è in sicuro, signor, ve lo prometto.
 È collo sposo suo nel nostro tetto.
 DON TRITEMIO
 Là dentro?
 LA LENA
                       Signorsì!
 DON TRITEMIO
1310Collo sposo!
 LA LENA
                         Con lui.
 DON TRITEMIO
                                          Ma Nardo dunque...
 LA LENA
 Nardo, mio zio, l'ha a caro.
 Per ordin suo vo a prendere il notaro.
 
    Signor mio caro
 non dubitate,
1315lasciate fare,
 se vi fidate
 tutto l'affare
 s'aggiusterà. (Parte)