Il filosofo di campagna, libretto, Siena, Bonetti, 1756

 SCENA III
 
 DON TRITEMIO e poi RINALDO
 
 DON TRITEMIO
 Allegoricamente
130m'ha detto che con lei non farò niente.
 Ma pure io mi lusingo
 che a forza di finezze
 tutto supererò;
 e col tempo con lei tutto farò.
135Per or d'Eugenia mia
 liberarmi mi preme. Un buon partito
 Nardo per lei sarà, ricco, riccone,
 un villano, egli è ver, ma sapientone.
 RINALDO
 (Ecco della mia bella
140il genitor felice).
 DON TRITEMIO
 Per la villa si dice
 che Nardo ha un buono stato
 e da tutti filosofo è chiamato.
 RINALDO
 (Sorte non mi tradir). Signor... (A don Tritemio)
 DON TRITEMIO
                                                            Padrone.
 RINALDO
145S'ella mi permettesse,
 le direi due parole.
 DON TRITEMIO
 Anche quattro n'ascolto e più se vuole.
 RINALDO
 Non so se mi conosca.
 DON TRITEMIO
                                          Non mi pare.
 RINALDO
 Di me si può informare;
150son cavaliere e sono i beni miei
 vicini a' suoi.
 DON TRITEMIO
                            Mi rallegro con lei.
 RINALDO
 Ella ha una figlia.
 DON TRITEMIO
                                   Sì signor.
 RINALDO
                                                       Dirò...
 Se fossi degno... Troppo ardire è questo...
 Ma mi sprona l'amore...
 DON TRITEMIO
                                              Intendo il resto.
 RINALDO
155Dunque, signor...
 DON TRITEMIO
                                   Dunque, signor mio caro,
 per venire alle corte, vi dirò...
 RINALDO
 M'accordate la figlia?
 DON TRITEMIO
                                          Signor no.
 RINALDO
 Ahi mi sento morir.
 DON TRITEMIO
                                       Per cortesia,
 non venite a morire in casa mia.
 RINALDO
160Ma perché sì aspramente
 mi togliete alla prima ogni speranza?
 DON TRITEMIO
 Lusingarvi sarebbe un'increanza.
 RINALDO
 Son cavalier.
 DON TRITEMIO
                           Benissimo.
 RINALDO
                                                  Di beni
 ricco son quanto voi.
 DON TRITEMIO
                                        Son persuaso.
 RINALDO
165Il mio stato, i miei fondi,
 le parentele mie vi mostrerò.
 DON TRITEMIO
 Credo tutto.
 RINALDO
                         Ch'io speri?
 DON TRITEMIO
                                                  Signor no.
 RINALDO
 Ma la ragione almeno
 dite perché né men si vuol ch'io speri.
 DON TRITEMIO
170La ragion?
 RINALDO
                       Vuo' saper.
 DON TRITEMIO
                                              Sì, volentieri.
 
    La mia ragione è questa;
 mi par ragione onesta.
 La figlia mi chiedeste
 e la ragion vorreste;
175la mia ragion sta qui;
 non posso dir di sì,
 perché vo' dir di no.
 
    Se non vi basta ancor
 un'altra ne dirò.
180Rispondo: «Signor no,
 perché la vo' così»;
 e son padron di dirlo,
 la mia ragion sta qui.