Il filosofo di campagna, libretto, Mannheim, Stamperia Elettorale, 1756

 RINALDO
 Sciocca ragione indegna
 d’anima vil dell’onestà nemica.
190Ma non vuo’ che si dica
 ch’io soffra un tale insulto,
 ch’io debb’andar villanamente innulto.
 O Eugenia sarà mia
 o tu, padre inumano,
195ti pentirai del tuo costume insano.
 
    Scherzo del mar turbato
 palpita il passagiero
 che al ciel turbato e nero
 teme di naufragar.
 
200   Ma cessa in lui l’affanno
 e oppressa meno ha l’alma,
 se un raggio sol di calma
 comincia a scintillar.
 
 SCENA V
 
 Campagna con casa rustica.
 
 NARDO esce di casa con una vanga accompagnato da alcuni villani
 
 NARDO
 
    Al lavoro, alla campagna,
205poi si gode, poi si magna
 con diletto e libertà.
 
    Oh che pane delicato,
 se da noi fu coltivato!
 Presto, presto a lavorare,
210a potare, a seminare,
 e doppoi si mangerà;
 del buon vin si beverà
 ed allegri si starà. (Partono i contadini, restandone uno impiegato)
 
 Vanga mia benedetta,
215mio diletto conforto e mio sostegno,