Il filosofo di campagna, libretto, Mannheim, Stamperia Elettorale, 1756

 SCENA III
 
 RINALDO e LA LENA
 
 RINALDO
 Ninfa gentile, al vostro cor son grato.
 In braccio al mio contento (In atto di partire)
1235per voi ne andrò...
 LA LENA
                                    Fermatevi un momento.
 Se grato esser volete,
 qualche cosa potete
 fare ancora per me.
 RINALDO
                                       Che non farei
 per chi fu sì pietosa a' desir miei?
 LA LENA
1240Son contadina, è vero,
 ma ho massime civili e buona dote;
 son di Nardo nipote,
 maritarmi vorrei con civiltà.
 Da voi, che siete un cavalier compito,
1245secondo il genio mio spero un marito.
 RINALDO
 Ritrovar si potrà.
 LA LENA
                                  Ma fate presto;
 se troppo in casa resto
 col zio, che poco pensa alla nipote,
 perdo e consumo invan la miglior dote.
 
1250   Ogn'anno passa un anno,
 l'età non torna più.
 Passar la gioventù
 io non vorrei così;
 ci penso notte e dì.
 
1255   Vorrei un giovinetto,
 civile e graziosetto,
 che non dicesse un no,
 quand'io gli chiedo un sì. (Parte)