Alessandro nell’Indie, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1776

 SCENA XII
 
 Nel tempo d’una breve sinfonia si vedono venire diverse barche per il fiume, dalle quali scendono molti indiani portando diversi doni; e dalla principale sbarca Cleofide che viene incontrata da Alessandro.
 
 CLEOFIDE e detti
 
 CLEOFIDE
 Ciò ch'io t'offro, Alessandro,
360è quanto di più raro
 o nell'indiche rupi
 o nella vasta oriental marina
 per me nutre e colora
 il sol vicino e la feconda aurora.
365Se non mi sdegni amica, eccoti un dono
 all'amistà dovuto;
 se suddita mi brami, ecco un tributo.
 ALESSANDRO
 Da' sudditi io non chiedo
 altro omaggio che fede; e dagli amici
370prezzo dell'amistade io non ricevo;
 onde inutili sono
 le tue ricchezze, o sian tributo o dono.
 Timagene, alle navi
 tornino que' tesori. (Timagene si ritira dando ordine agl’indiani che tornino su le navi co’ doni)
 CLEOFIDE
375Ah mel predisse il cor. Questo disprezzo
 giustifica il mio pianto. (Piange)
 L'esserti... odiosa... tanto...
 ALESSANDRO
 Ma non è ver. Sappi... T'inganni... Oh dio!
 (M'uscì quasi da' labbri idolo mio).
 CLEOFIDE
380Signor rimanti in pace; a me non lice
 miglior sorte sperar de' doni miei;
 più di quegli importuna io ti sarei. (In atto di partire)
 ALESSANDRO
 T'arresta. Ah mal, regina, (Arrestandola)
 interpetri il mio cor. Siedi e ragiona.
 CLEOFIDE
385Ubbidirò.
 ALESSANDRO
                      (Che amabile sembianza!)
 CLEOFIDE
 (Mie lusinghe alla prova). (Siedono)
 ALESSANDRO
                                                   (Alma, costanza).
 CLEOFIDE
 In faccia ad Alessandro
 mi perdo, mi confondo e non so come...