Il filosofo di campagna, libretto, Milano, Ghislandi, 1757 (Novara)

 SCENA X
 
 DON TRITEMIO e detti
 
 DON TRITEMIO
 Oh genero garbato!
755Alla sposa ha mandato (Mostra un gioiello)
 questo ricco gioiello.
 Prendilo, Eugenia mia, guarda s'è bello.
 EUGENIA
 Non lo curo, signore...
 DON TRITEMIO
                                          Ed io comando
 che tu prender lo debba, il ricusarlo
760sarebbe una insolenza.
 EUGENIA
 Dunque lo prendo per obbedienza. (Prende il gioiello)
 Ma... vi chiedo perdono,
 non mi piace, nol voglio, a te lo dono. (Lo dà a Lesbina)
 LESBINA
 Grazie. (Lo prende)
 DON TRITEMIO
                  Rendilo a me. (A Lesbina)
 LESBINA
                                              Signor padrone,
765sentite una parola.
 (Se la vostra figliuola
 è meco generosa,
 lo fa perché di voi mi brama sposa). (Piano a don Tritemio)
 DON TRITEMIO
 (Lo crederò?) (A Lesbina)
 LESBINA
                             Signora,
770non è ver che bramate
 che sposa io sia? Nel darmi queste gioie
 confessatelo pur, vostro pensiero
 non è che sposa sia Lesbina?
 EUGENIA
                                                       È vero.
 DON TRITEMIO
 E tu che dici? (A Lesbina)
 LESBINA
                             Io dico
775che se il destino amico
 seconderà il dissegno,
 le gioie accetto e accetterò l'impegno.
 
    Una ragazza
 che non è pazza
780la sua fortuna
 sprezzar non sa.
 
    Voi lo sapete,
 voi m'intendete,
 questo mio core
785si scoprirà.
 
    Anche l'agnella,
 la tortorella
 il suo compagno
 cercando va. (Parte)