Il filosofo di campagna, libretto, Milano, Ghislandi, 1757 (Novara)

 SCENA XV
 
 LA LENA e LESBINA
 
 LA LENA
 Mio zio, ricco sfondato
 non si puole scordar che vile è nato.
 LESBINA
 Signora mi rincresce
970ch'ella sarà nipote
 d'una senza natali e senza dote.
 LA LENA
 Certo che il zio poteva
 maritarsi con meglio proprietà.
 LESBINA
 Che nella nobiltà
975resti pregiudicato
 certamente è un peccato. Imparentarmi
 arrossire dovrei
 con una contadina come lei.
 LA LENA
 Son contadina, è vero,
980ma d'accasarmi spero
 con un uomo civil, poiché dal pari
 talor di nobiltà vanno i denari.
 LESBINA
 Udita ho una novella
 d'un somar che solea
985con pelle di leone andar coperto
 ma poi dal suo ragghiar l'hanno scoperto;
 così voi vi coprite
 talor con i denari
 ma siete nel parlar sempre somari.
 
990   Scusi se a lei dell'asino
 il paragon feci io,
 parto signora addio.
 Veggia se vien nel caso
 si sappia regolar. (Parte)