Il filosofo di campagna, libretto, Modena, Soliani, 1758

 SCENA II
 
 LESBINA e poi TRITEMIO
 
 LESBINA
 Povera padroncina!
 Affé la compatisco.
 Quest'anch'io la capisco.
60Insegna la prudenza,
 se non si ha quel che piace, è meglio senza.
 DON TRITEMIO
 Che si fa, signorina?
 LESBINA
 Un po' d'insalatina
 raccogliere volea pel desinare.
 DON TRITEMIO
65Poco fa v'ho sentita a cantuzzare.
 LESBINA
 È ver, colla padrona
 mi divertiva un poco.
 DON TRITEMIO
                                          E mi figuro
 che cantate s'avranno
 canzonette d'amor.
 LESBINA
                                      Oh no signore;
70di questo o di quel fiore,
 di questo o di quel frutto
 si cantavan le lodi.
 DON TRITEMIO
                                     Il crederò?
 LESBINA
 Le volete sentir?
 DON TRITEMIO
                                 Le sentirò.
 LESBINA
 Qualche stroffetta canterò a proposito. (Da sé)
 DON TRITEMIO
75Oh ragazza!... Farei uno sproposito. (Da sé)
 LESBINA
 Sentite, padron bello,
 la canzonetta sopra il ravanello.
 
    Quando son giovine,
 son fresco e bello,
80son tenerello,
 di buon sapor.
 
    Ma quando invecchio
 gettato sono;
 non son più buono
85col pizzicor.
 
 DON TRITEMIO
 Scaccia questa canzon dalla memoria.
 LESBINA
 Una ne vuo' cantar su la cicoria.
 
    Son fresca e son bella
 cicoria novella,
90mangiatemi presto;
 coglietemi su.
 
    Se resto nel prato,
 radicchio invecchiato,
 nessuno si degna
95raccogliermi più.
 
 DON TRITEMIO
 Senti ragazza mia,
 questa canzone ha un poco d'allegria.
 Tu sei, Lesbina bella,
 cicorietta novella;
100prima che ad invecchiar ti veda il fato,
 esser colta dovresti in mezzo al prato.
 LESBINA
 Per me v'è tempo ancora.
 Dovreste alla signora
 pensar, caro padrone.
105Or ch'è buona stagione,
 or ch'è un frutto maturo e saporito,
 non la fate invecchiar senza marito.
 DON TRITEMIO
 A lei ho già pensato;
 sposo le ho destinato e avrallo presto.
 LESBINA
110Posso saper chi sia?
 DON TRITEMIO
                                       Nardo è cotesto.
 LESBINA
 Di quella tenerina
 erbetta cittadina
 la bocca d'un villan non mi par degna.
 DON TRITEMIO
 Eh la prudenza insegna
115ch'ogni erba si contenti
 d'aver qualche governo,
 purch'esposta non resti al crudo verno.
 LESBINA
 Io mi contenterei,
 pria di vederla così mal troncata,
120per la neve lasciar la mia insalata.
 DON TRITEMIO
 Tu sei un bocconcino
 per il tuo padroncino.
 LESBINA
                                          Oh oh sentite
 un'altra canzonetta ch'ho imparata
 sul proposito mio dell'insalata.
 
125   Non raccoglie le mie foglie
 vecchia mano di pastor.
 
    Voglio un bello pastorello;
 o vuo' star nel prato ancor. (Parte)