Il filosofo di campagna, libretto, Modena, Soliani, 1758

 SCENA VI
 
 LENA ed il suddetto
 
 LENA
 Eccolo qui; la vanga
 è tutto il suo diletto. (Da sé)
225Se foste un poveretto, (A Nardo)
 compatir vi vorrei; ma siete ricco,
 avete dei poderi e de' contanti;
 la fatica lasciate ai lavoranti.
 NARDO
 Cara nipote mia,
230piuttosto che parlar come una sciocca,
 fareste meglio maneggiar la rocca.
 LENA
 Colla rocca, col fuso e coi famigli
 stanca son d'annoiarmi;
 voi dovreste pensare a maritarmi.
 NARDO
235Sì, volentieri. Presto
 comparisca un marito. Eccolo qui. (Accenna un villano)
 Vuoi sposar mia nipote? Signorsì.
 Eccolo io ve lo do.
 Lo volete? Vi piace?
 LENA
                                       Signor no.
 NARDO
240Va' a veder se passasse
 a caso per la strada
 qualche affamato con parucca e spada. (Al villano, il quale parte ridendo)
 Vedi? Ride Mingone e ti corbella.
 Povera vanarella,
245tu sposeresti un conte od un marchese,
 perché in meno d'un mese,
 strappazzata la dote e la fanciulla,
 la nobiltà ti riducesse al nulla.
 LENA
 Io non voglio un signor né un contadino.
250Mi basta un cittadino
 che stia bene...
 NARDO
                              Di che?
 LENA
                                               Ch'abbia un'entrata,
 qual a mediocre stato si conviene.
 Che sia discreto e che mi voglia bene.
 NARDO
 Lena, pretendi assai.
255Se lo brami così, nol troverai.
 Per lo più i cittadini
 hanno pochi quattrini e troppe voglie
 e non usano molto amar la moglie.
 Per pratica comune
260nelle cittadi usata,
 è maggiore l'uscita dell'entrata.
 LENA
 Il signor don Tritemio
 è cittadino, eppure
 così non usa?
 NARDO
                            È vero,
265ma in villa se ne sta,
 perché nella città vede il pericolo
 d'esser vizioso o diventar ridicolo.
 LENA
 Della figliuola sua
 v'han proposte le nozze, io ben lo so.
 NARDO
270Ed io la sposerò,
 perché la dote e il padre suo mi piace,
 con patto che non sia
 gonfia di vento e piena d'albagia.
 LENA
 L'avete ancor veduta?
 NARDO
275Ieri solo è venuta;
 oggi la vederò.
 LENA
                              Dunque chi sa
 s'ella vi piacerà.
 NARDO
                                Basta non abbia
 visibili magagne;
 sono le donne poi tutte compagne.
 LENA
280Ammogliatevi presto signor zio
 ma voglio poscia maritarmi anch'io.
 
    Di questa poverella
 abbiate carità.
 Io son un'orfanella
285che madre più non ha.
 Voi siete il babbo mio.
 Vedete caro zio
 ch'io cresco nell'età.
 
    La vostra nipotina
290vorrebbe poverina...
 Sapete... M'intendete...
 Movetevi a pietà. (Parte)