Il filosofo di campagna, libretto, Modena, Soliani, 1758

 SCENA VIII
 
 Atrio che conduce alle camere di don Tritemio.
 
 EUGENIA e RINALDO
 
 EUGENIA
 Deh se mi amate, o caro,
 ite lontan da queste soglie. Oh dio!
 Temo che ci sorprenda il padre mio.
 RINALDO
 Del vostro genitore
325il sovverchio rigor vi vuole opressa.
 Deh pensate a voi stessa.
 EUGENIA
                                                Ai numi il giuro,
 non sarò d'altri, se di voi non sono.
 Ah se il mio cuor vi dono
 per or vi basti e non vogliate, ingrato,
330render lo stato mio più sventurato.
 RINALDO
 Gradisco il vostro cor ma della mano
 il possesso mi cale...
 EUGENIA
                                       Oimè! Chi viene?
 RINALDO
 Non temete; è Lesbina.
 EUGENIA
                                             Io vivo in pene.