Il filosofo di campagna, libretto, Modena, Soliani, 1758

 SCENA X
 
 DON TRITEMIO e dette
 
 DON TRITEMIO
 Oh genero garbato!
 Alla sposa ha mandato
 questo ricco gioiello. (Mostra un gioiello)
 Prendilo, Eugenia mia; guarda s'è bello.
 EUGENIA
750Non lo curo, signore...
 DON TRITEMIO
                                          Ed io comando
 che tu prender lo debba; il ricusarlo
 sarebbe una insolenza.
 EUGENIA
 Dunque lo prenderò per ubbidienza. (Prende il gioiello)
 Ma... vi chiedo perdono,
755non mi piace, nol voglio; a te lo dono. (Lo dà a Lesbina)
 LESBINA
 Grazie. (Lo prende)
 DON TRITEMIO
                  Rendilo a me. (A Lesbina)
 LESBINA
                                              Signor padrone,
 sentite una parola.
 (Se la vostra figliuola
 è meco generosa,
760lo fa perché di voi mi brama sposa). (Piano a don Tritemio)
 DON TRITEMIO
 (Lo crederò?) (A Lesbina)
 LESBINA
                             Signora,
 non è ver che bramate
 che sposa io sia? Nel darmi queste gioie
 confessatelo pur, vostro pensiero
765non è che sposa sia Lesbina?
 EUGENIA
                                                       È vero.
 DON TRITEMIO
 E tu, che dici?
 LESBINA
                             Io dico
 che se il destino amico
 seconderà il disegno,
 le gioie accetto e accetterò l'impegno.
 
770   Una ragazza
 che non è pazza
 la sua fortuna
 sprezzar non sa.
 
    Voi lo sapete,
775voi m'intendete,
 questo mio core
 si scoprirà.
 
    Anche l'agnella,
 la tortorella
780il suo compagno
 cercando va. (Parte)