Il filosofo di campagna, libretto, Forlì, Barbiani, 1758

                               Anch’io
 d’amor provo il desio,
 desio però modesto
 e s’altrui compatisco egl’è per questo.
 DON TRITEMIO
1025Ami ancor tu Lesbina?
 LESBINA
                                            Da questi occhi
 lo potete arguire.
 DON TRITEMIO
 Ma chi?
 LESBINA
                  Basta...
 DON TRITEMIO
                                  Ma chi?
 LESBINA
                                                   Nol posso dire.
 DON TRITEMIO
 Eh t’intendo furbetta;
 basta Lesbina, aspetta
1030che Eugenia se ne vada
 a far i fatti suoi
 ed allor penseremo ancor per noi.
 LESBINA
 Per me come per lei
 si potrebbe pensar nel tempo istesso.
 DON TRITEMIO
1035Via pensiamoci adesso.
 Quando il notaro viene
 ch’ho mandato a chiamar per la figliola
 farem due cose in una volta sola.
 LESBINA
 Ecco il notaro appunto
1040e vi è Nardo con lui.
 DON TRITEMIO
                                       Vengono a tempo,
 vado a prender Eugenia e in un momento
 farem due matrimoni e un istrumento. (Parte)
 
 SCENA XVIII
 
 LESBINA, poi NARDO e CAPOCCHIO, indi DON TRITEMIO
 
 LESBINA
 Oh se sapessi il modo
 di burlar il padron far lo vorrei.
1045Basta, m’ingegnerò;
 tutto quel che so far tutto farò.
 NARDO
 Lesbina eccoci qui. Se don Tritemio
 ci ha mandati a chiamar perché vi sposi,
 lo farò volontier ma non vorrei
1050che mi nascesse qualche parapiglia,
 qualche imbroglio novel tra serva e figlia.
 LESBINA
 La cosa è accomodata.
 La figliola sposata
 sarà col cavalier, che voi sapete,
1055ed io vostra sarò se mi volete.
 NARDO
 Don Tritemio dov’è?
 LESBINA
                                         Verrà a momenti.
 Signor notaro intanto
 prepari bello e fatto
 per un paio di nozze il suo contratto.
 CAPOCCHIO
1060Come? Un contratto solo