Il filosofo di campagna, libretto, Barcellona, Campins, [1758]

 SCENA V
 
 DON TRITEMIO e poi LA LENA
 
 TRITEMIO
 Figlia, figlia sgraziata,
 dove sei? Non ti trovo; ah se Rinaldo
1280mi capita alle mani
 lo vuo' sbranar, come fa l'orso i cani.
 Invan l'ho ricercato al proprio albergo;
 sa il cielo se il briccon se l'ha nascosta
 o se via l'ha menata per la posta.
1285Son fuor di me; son pieno
 di rabia e di veleno.
 Se li trovassi, li farei pentire.
 Li vuo' trovar, se credo di morire.
 LENA
 Signor, che cosa avete
1290che sulle furie siete?
 Fin là dentro ho sentito
 che siete malamente inviperito.
 TRITEMIO
 Ah! Son assassinato.
 M'han la figlia involato;
1295non la trovo, non so dov'ella sia.
 LENA
 E non vi è altro?
 TRITEMIO
                                 Una corbelaria!
 LENA
 Eugenia, vostra figlia,
 è in sicuro, signor, ve lo prometo.
 E collo sposo suo nel nostro tetto.
 TRITEMIO
1300Là dentro?
 LENA
                       Signorsì.
 TRITEMIO
 Collo sposo!
 LENA
                         Con lui.
 TRITEMIO
                                          Ma Nardo dunque...
 LENA
 Nardo, mio zio, l'ha a caro.
 Per ordin suo vo a prender il notaro. (Parte)