Il filosofo di campagna, libretto, Bruxelles, 1759 (Il tutore burlato)

 SCENA III
 
 DON TRITEMIO e RINALDO
 
 DON TRITEMIO
 Allegoricamente
85m'ha detto che con lei non farò niente;
 e pure io mi lusingo
 che a forza di finezze
 tutto supererò,
 che col tempo con lei tutto farò.
 RINALDO
90(Ecco della mia bella
 il genitor felice.
 Sorte non mi tradir). Signor?
 DON TRITEMIO
                                                        Padrone.
 RINALDO
 S'ella mi permettesse
 le direi due parole.
 DON TRITEMIO
95Anche quattro ne ascolto e più se vuole.
 RINALDO
 Non so se mi conosca.
 DON TRITEMIO
                                          Non mi pare.
 RINALDO
 Di me si può informare.
 Son cavaliere e sono i beni miei
 vicini ai suoi.
 DON TRITEMIO
                            Mi rallegro con lei.
 RINALDO
100Ella ha una figlia.
 DON TRITEMIO
                                   Sì signor.
 RINALDO
                                                       Dirò...
 Se fossi degno... Troppo ardire è questo...
 Ma! Mi sprona l'amore...
 DON TRITEMIO
                                                Intendo il resto.
 RINALDO
 Dunque signor...
 DON TRITEMIO
                                  Dunque signor mio caro,
 per venire alle corte, io vi dirò...
 RINALDO
105M'accordate la figlia?
 DON TRITEMIO
                                          Signor no.
 RINALDO
 Ma la ragione almeno
 dite perché né men si vuol ch'io speri.
 DON TRITEMIO
 La ragion...
 RINALDO
                        Vuo' saper...
 DON TRITEMIO
                                                 Sì volontieri.
 
    La mia ragione è questa,
110mi par ragione onesta;
 la figlia mi chiedeste
 e la ragion vorreste.
 La mia ragion sta qui.
 Non posso dir di sì
115perché vuo' dir di no;
 
    se non vi basta ancora
 un'altra ne dirò.
 Rispondo: «Signor no,
 perché la vuo' così».
120E son padron di dirlo;
 la mia ragion sta qui.