Il filosofo di campagna, libretto, Reggio, Davolio, 1760

 Quivi regnò mio padre,
160l’avolo, il bisavolo e il tritavolo
 e fur sudditi lor la zucca e il cavolo.
 Nelle città famose
 ogni generazion si cambia stato,
 se il padre ha accumulato
165con fatica, con arte e con periglio,
 distrugge i beni suoi prodigo il figlio.
 Qui dove non ci tiene
 il lusso, l’ambizione, la gola oppressi,
 sono gl’uomini ognor sempre l’istessi;
170non cambierei, lo giuro,
 co’ piacer delle feste e de’ teatri
 zappe, trebbie, rastei, vanghe ed aratri.
 
    Al lavoro, alla campagna,
 poi si gode, poi si magna
175con diletto e libertà.
 
    Oh che pane delicato
 se da noi fu coltivato!
 Presto presto a lavorare,
 a potare, a seminare
180e dipoi si mangierà,
 del buon vin si beverà. (Parte)
 
 Camera in casa di don Tritemio.
 
 LESBINA, poi NARDO
 
 LESBINA
 Oh se sapessi il modo
 di burlare il padron, far lo vorrei;
 basta, m’ingegnarò,
185tutto quel che so far, tutto farò.
 Ecco il ricco villano,
 ora son nell’impegno;
 tutta l’arte vi vuol, tutto l’ingegno.
 NARDO
 Chi è qui?
 LESBINA
                       Non ci vedete?
190Per ora ci son io.
 NARDO
 Bondì a vosignoria.
 LESBINA
                                      Padrone mio.
 NARDO
 Don Tritemio dov’è?
 LESBINA
                                         Verrà fra poco,
 potete in questo loco
 aspettar se v’aggrada?
 NARDO
                                           Aspettarò.
195Voi chi siete signora?
 LESBINA
                                          Io non lo so.
 NARDO
 Sareste per ventura
 la figliola di lui venuta qui?
 LESBINA
 Potria darsi di sì.
 NARDO
 Alla cera mi par...
 LESBINA
                                   Così sarà.
 NARDO
200Mi piacete da ver.
 LESBINA
                                    Vostra bontà.
 NARDO
 Sapete chi son io?
 LESBINA
                                    No mio signore.
 NARDO
 Non ve lo dice il core?
 LESBINA
 Il cor d’una fanciulla,
 se si tratta d’un uom, non sa dir nulla.
 NARDO
205E furbetta, furbetta, voi mi avete
 conosciuto a drittura;
 delle fanciulle al cor parla natura.
 LESBINA
 Siete... forse...
 NARDO
                             Via, chi?
 LESBINA
                                                Nardino bello?
 NARDO
 Sì carina son quello,
210quello che vostro sposo è destinato.
 LESBINA
 Con licenza signor, m’hanno chiamato.
 NARDO
 Dove andate?
 LESBINA
                            Non so.
 NARDO
 Oh restate, carina.
 LESBINA
                                     Signor no.
 NARDO
 Vi spiace il volto mio?
 LESBINA
                                           Anzi mi piace...
215ma...
 NARDO
             Che ma?