Il filosofo di campagna, libretto, Ferrara, Gardi, 1760

 SCENA VIII
 
 Sala in casa di don Tritemio con varie porte.
 
 EUGENIA e RINALDO
 
 EUGENIA
 Deh se mi amate, o caro,
 ite lontan da queste soglie, oh dio!
330Temo che ci sorprenda il padre mio.
 RINALDO
 Del vostro genitore
 il sovverchio rigor vi vuole oppressa,
 deh pensate a voi stessa.
 EUGENIA
                                               Ai numi il giuro,
 non sarò d'altri, se di voi non sono.
335Ah se il mio cuor vi dono
 per or vi basti e non vogliate, ingrato,
 render lo stato mio più sventurato.
 RINALDO
 Gradisco il vostro cuor ma della mano
 il possesso mi cale...
 EUGENIA
                                       Oimè! Chi viene?
 RINALDO
340Non temete; è Lesbina.
 EUGENIA
                                             Io vivo in pene.