Il filosofo di campagna, libretto, Olmütz, Hirnle, 1761 (Il filosofo in campagna)

1230Ninfa gentile, al vostro cor son grato.
 In braccio al mio contento
 per voi andrò... (In atto di partire)
 LA LENA
                                Fermatevi un momento.
 Se grato esser volete,
 qualche cosa potete
1235fare ancora per me.
 RINALDO
                                       Che non farei
 per chi fu sì pietosa a’ desir miei?
 LA LENA
 Son contadina è vero
 ma ho massime civili e buona dote;
 son di Nardo nipote,
1240maritarmi vorrei con civiltà.
 Da voi, che siete un cavalier compito,
 secondo il genio mio spero un marito.
 RINALDO
 Ritrovar si potrà.
 LA LENA
                                  Ma fate presto.
 Se troppo in casa resto
1245col zio, che poco pensa alla nipote,
 perdo e consumo invan la miglior dote.
 
    Ogn’anno passa un anno,
 l’età non torna più;
 passar la gioventù
1250io non vorrei così;
 ci penso notte e dì.
 
    Vorrei un giovinetto,
 civile, graziosetto,
 che non dicesse un no,
1255quand’io gli chiedo un sì. (Entra nella casa suddetta)
 
 SCENA IV
 
 RINALDO solo
 
 RINALDO
 Di Nardo nell’albergo,
 che fu già mio rival, ci porta il fato
 ma Nardo ho ritrovato
 meco condiscendente; e non pavento;
1260ed ho cuore d’incontrare ogni cimento.
 
    Ritorna in quest’alma
 il dolce sereno
 e rende la calma
 a questo mio seno;
1265ma grata al suo dono
 quest’alma sarà.
 
    Di sorte funesta
 più l’odio non curo
 né più la tempesta
1270spavento mi fa.
 
 SCENA V
 
 DON TRITEMIO, poi LENA
 
 DON TRITEMIO
 Figlia, figlia sgraziata,
 dove sei? Non ti trovo; ah se Rinaldo
 mi capita alle mani
 lo vo’ sbranar, come fa l’orso i cani.
1275Invan l’ho ricercato al proprio albergo;
 sa il cielo se il briccon se l’ha nascosta
 o se via l’ha menata per la posta.
 Son fuor di me; son pieno
 di rabbia e di veleno,
1280se li trovassi, li farei pentire,
 li vuo’ trovar, se credo di morire.
 LA LENA
 Signor, che cosa avete
 che sulle furie siete?
 Fin là dentro ho sentito
1285che siete malamente inviperito.
 DON TRITEMIO
 Ah! Son assassinato.
 M’han la figlia involato;
 non la trovo, non so dov’ella sia.
 LA LENA
 E non vi è altro?
 DON TRITEMIO
                                 Una minchioneria!
 LA LENA
1290Eugenia, vostra figlia,
 è in sicuro, signor, ve lo prometto,
 e collo sposo suo nel nostro tetto.
 DON TRITEMIO
 Là dentro?
 LA LENA
                       Signorsì.
 DON TRITEMIO
 Collo sposo!
 LA LENA
                         Con lui.
 DON TRITEMIO
                                          Ma Nardo dunque...
 LA LENA
1295Nardo, mio zio, l’ha a caro,
 per ordin suo vo a prender il notaro. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 DON TRITEMIO, poi NARDO
 
 DON TRITEMIO
 Oh questa sì che è bella,