Il filosofo di campagna, libretto, Olmütz, Hirnle, 1761 (Il filosofo in campagna)

 SCENA VI
 
 DON TRITEMIO e LESBINA
 
 DON TRITEMIO
 Che ardir! Che petulanza!
 Questo signor Rinaldo è un temerario;
 gli ho detto civilmente
 che Eugenia è data via;
640egli vien a bravarmi in casa mia.
 LESBINA
 Povero inamorato!
 Lo compatisco.
 DON TRITEMIO
                              Brava!
 Lo compatisci?
 LESBINA
                               Anche io
 d'amor provo il desio,
645desio però modesto
 e se altrui compatisco, egl'è per questo.
 DON TRITEMIO
 Ami ancor tu, Lesbina?
 LESBINA
                                             Da quest'occhi
 lo potete arguire.
 DON TRITEMIO
 Ma chi?...
 LESBINA
                     Basta...
 DON TRITEMIO
                                     Ma chi?
 LESBINA
                                                      Nol posso dire. (Mostrando vergognarsi)
 DON TRITEMIO
650Eh t'intendo furbetta,
 basta, Lesbina, aspetta
 che Eugenia se ne vada
 a fare i fatti suoi
 ed allor penseremo anche per noi.
 LESBINA
655Per me come per lei
 si potrebbe pensar nel tempo stesso.
 DON TRITEMIO
 Via pensiamoci adesso.
 Quando il notaro viene,
 ch'ho mandato a chiamar per la figliola,
660farem due cose in una volta sola.
 LESBINA
 Ecco il notaro appunto
 e vi è Nardo con lui.
 DON TRITEMIO
                                       Vengono a tempo.
 Vado a prender Eugenia e in un momento
 farem due matrimonii e un instromento.
 LESBINA
665Oh se trovassi il modo
 di burlar il padrone far lo vorrei.
 Basta, m'ingegnerò;
 tutto quel che so far, tutto farrò.