Il filosofo di campagna, libretto, Londra, Woodfall, 1761

    Ogn’anno passa un anno,
 l’età non torna più;
 passar la gioventù
1235io no vorrei così,
 ci penso notte e dì.
 
    Vorrei un giovinetto
 civile, graziosetto,
 che non dicesse un no,
1240quand’io gli chiedo un sì. (Entra nella casa sudetta)
 
 SCENA IV
 
 RINALDO solo
 
 RINALDO
 Di Nardo nell’albergo,
 che fu già mio rival, ci porta il fatto
 ma Nardo ho ritrovato
 meco condiscendente e non pavento;
1245ed ho cuor d’incontrare ogni cimento.
 
    Se qualche amante
 veggo infedele,
 m’addiro, crudele
 ognora mi fo.
 
1250   Ma piansi molto
 per l’idol mio
 e un fatto rio
 tormel non può. (Entra nella casa sudetta)
 
 SCENA V
 
 DON TRITEMIO e poi LA LENA
 
 TRITEMIO
 Figlia, figlia sgraziata,
1255dove sei? Non ti trovo; ah se Rinaldo
 mi capita alle mani
 lo vuo’ sbranar, come fa l’orso i cani.
 Invan l’ho ricercato al proprio albergo;
 sa il cielo se il briccon se l’ha nascosta
1260o se via l’ha menata per la posta.
 Son fuor di me; son pieno
 di rabia e di veleno.
 Se li trovassi, li farei pentire.
 Li vuo’ trovar, se credo di morire.
 LENA
1265Signor, che cosa avete
 che sulle furie siete?
 Fin là dentro ho sentito
 che siete malamente inviperito.
 TRITEMIO
 Ah! Son assassinato.
1270M’han la figlia involato;
 non la trovo, non so dov’ella sia.
 LENA
 E non vi è altro?
 TRITEMIO
                                 Una corbelaria!