Il filosofo di campagna, libretto, Milano, Montano, 1762

 LESBINA, RINALDO A DUE
 
    Il contratto è bello e fatto.
 
 CAPOCCHIO
 
415Senta, senta, mio signor.
 
 DON TRITEMIO
 
    Perfida donna, ingrata!
 Dov’è la fé giurata?
 Empio Rinaldo, indegno,
 perfido traditor!
 
 CAPOCCHIO
 
420   Senta, senta, mio signor.
 
 DON TRITEMIO
 
 Sospendete... Sospendete...
 Me l’ha fatta il traditor.
 
 CAPOCCHIO
 
    Cosa dice?
 
 DON TRITEMIO
 
                          Non lo so.
 
 LESBINA, RINALDO A DUE
 
 Sottoscriva?
 
 DON TRITEMIO
 
                          Signor no.
 
 A QUATTRO
 
425   Oh! che caso, oh! che aventura!
 
 DON TRITEMIO
 
 Si sospenda la scrittura,
 che da poi si finirà.
 
 LESBINA, RINALDO, CAPOCCHIO
 
    Il tutore è già restato
 freddo, freddo e sconsolato;
430e il mio core dal piacere
 sento in petto giubilar.
 
 DON TRITEMIO
 
    Me meschino! Son restato
 freddo, freddo e sconsolato;
 e il mio core dal dolore
435sento in petto palpitar.
 
 Fine dell’atto secondo
 
 
 ATTO TERZO
 
 
 SCENA PRIMA
 
 DON TRITEMIO e RINALDO
 
 DON TRITEMIO
 Canaglia maledetta
 me la fanno sugl’occhi.
 Quella sfacciata...
 RINALDO
                                   Lei vuol maritarsi
 con chi gli pare e piace.
 DON TRITEMIO
440Sì eh...
 RINALDO
                Certo che sì. E se credete
 di farla a voi soggetta, v’ingannate.
 DON TRITEMIO
 Si dovrà legare con chi vogl’io
 e quel signor notaro...
 RINALDO
 Taci stolto che sei.
 DON TRITEMIO
445Che petulanza è questa?
 RINALDO
 Ciò che possiede è dota di sua nonna
 e dar la vuole a chi gli pare e piace.
 DON TRITEMIO
 Testamentario esecutor son io,
 concludo che a mio modo si sposerà
450o fuor di casa mia se n’anderà.
 RINALDO
 Di questo poi si parlerà; per ora
 pensi a darle la dote che gli aspetta.
 DON TRITEMIO
 Questo non sarà mai.
 RINALDO
 E ben or lo vedremo,
455già tengo nelle mani
 tutte le sue scritture.
 DON TRITEMIO
 Questo ancora di più! A brani il petto
 lacerarti vorrei
 sola cagion di tutti i mali miei.
 RINALDO
460Di’ pure ciò che vuoi, nulla pavento
 ed ho cuor d’incontrar ogni cimento.
 
    Guerrier che valoroso
 nell’assalir si veda
 quand’ha in poter la preda
465perderla non potrà.
 
    Pianti, fatiche e pene
 mi costa l’idol mio
 e il fato crudo e rio
 tormela non potrà. (Parte)
 
 SCENA II
 
 DON TRITEMIO, indi LISETTA
 
 DON TRITEMIO
470Poffar del nero mar! Non mi do pace.
 Ma la via vo’ trovare
 per la barca a me stesso rivoltare.
 Lisetta dove sei?
 LISETTA
 Eccomi a voi signor, che m’imponete?
 DON TRITEMIO
475Va’ presto dal dottore
 e fa’ che qui ne venga prestamente.
 LISETTA
 Ed a che serve mai?
 DON TRITEMIO
 Per gastigar costoro;
 fa’ presto, sbrigati.
 LISETTA
                                     Pronta men vado.
480(Voglio avisar del tutto la padrona).
 DON TRITEMIO
 Sentimi ben; per via
 nulla di ciò parlar né pure in casa.
 LISETTA
 A chi volete ch’io di ciò parli?
 DON TRITEMIO
 Basta, sollecita, ch’io qui t’attendo
485e se il dottore viene
 ad avvertirmi corri.
 LISETTA
 Lasciate a me la cura
 e togliete dal cor ogni paura.
 
    Lasciate oprare a me
490padrone caro e bello
 che in questo mio cervello
 giudizio assai ci sta.
 
    So far l’innocentina,
 so far la boriosa,
495voi mi sapete già.
 
 SCENA III
 
 DON TRITEMIO solo
 
 DON TRITEMIO
 La notte già s’avanza. Mi tormenta
 la rabbia, la paura e ’l sonno ancora.
 Che s’ha da far? Pazienza; almen cantiamo
 finché viene il dottore
500e la rabbia ed il sonno distogliamo. (Siede)
 
    Di sotto un arboscello,
 con la sua pastorella
 giaceva il pastorello.
 Quello diceva a quella:
505«Oh dio come sei bella».
 Quella diceva a quello:
 «Mio car tu sei più bello».
 No no, la pastorella,
 sì sì, il pastorello
510comincia a litigar. (Dorme)
 
 SCENA IV
 
 LESBINA da uomo, RINALDO con gente armata e detto che dorme
 
 LESBINA
 
    Nel sfidar quel traditore,
 la fierezza nel mio core
 forza accresce al mio valor.
 
 Amici ecco l’indegno; di qui dentro
515rapir dovrassi e voglio...
 DON TRITEMIO
 Oh chi va là! Signor dottor ben venga.
 RINALDO
 Taci?
 DON TRITEMIO
              Non parlo.
 LESBINA
                                    Al primo
 accenno tu sei morto.
 DON TRITEMIO
 Non rifiato né men. (Or non la scappo).
520Lisetta?
 RINALDO
                  Zitto.
 DON TRITEMIO
                               Signorsì.
 RINALDO
                                                  Si porti
 là dentro e si rinchiuda
 in quel basso terren; avete inteso?
 DON TRITEMIO
 Garbato signor...
 LESBINA
                                  Taci.
 DON TRITEMIO
 Gnorsì, non parlo più. (Lisetta è morta).
 RINALDO
525Or cammina?
 DON TRITEMIO
                             Cammino.
 Però... Veda... Cammino sì signore.
 (È stato ucciso ancora il sior dottore).
 LESBINA
 Parti?
 DON TRITEMIO
               Parto. Vi sia raccomandata