Il filosofo di campagna, libretto, Valletta, Capaci, 1763 (Il filosofo in villa)

 SCENA V
 
 NARDO e detto
 
 NARDO
 (Io crepo dalle risa).
 DON TRITEMIO
 (Eccolo qui l'amico).
 NARDO
                                        (Ecco il buon padre!)
 DON TRITEMIO
 Galantuomo, che fa la figlia mia?
 NARDO
 Bene, al comando di vossignoria.
 DON TRITEMIO
1255Il rapirla mi pare un'insolenza.
 NARDO
 La cosa è fatta e vi vorrà pacienza.
 DON TRITEMIO
 E lei quella sfacciata
 cosa dice di me?
 NARDO
                                 Non dice niente.
 DON TRITEMIO
 Non teme il padre?
 NARDO
                                      Non l'ha neanco in mente.
 DON TRITEMIO
1260Basta, chi ha fatto il male
 farà la penitenza.
 Dote non ne darò, certo certissimo.
 NARDO
 Sì sì, fate benissimo.
 Stimo quei genitori,
1265che profittan dai figli negli errori.
 DON TRITEMIO
 L'ho trovata alla fin e ciò mi basta.
 Dopo il fatto si loda,
 chi l'ha avuta l'ha avuta e se la goda.
 
    Da me non speri
1270nemmeno un soldo,
 se il manigoldo
 vedessi lì.
 
    Se se n'è andata,
 lei s'è sposata,
1275da me non venga,
 non verrò qui.
 
    Chi ha avuto ha avuto,
 chi ha fatto ha fatto,
 non son sì matto,
1280non vuo' gettare
 né vuo' dotare
 la figlia ardita
 che se n'è gita
 da me così. (Via)
 
 NARDO
1285A Rinaldo per ora
 basterà la consorte;
 poi dopo la sua morte il padre avaro
 a suo dispetto lascierà il danaro.