Il filosofo di campagna, libretto, Münster, Kördinck, 1764

 IL FILOSOFO DI CAMPAGNA
 
 
    Drama giocoso per musica da rappresentarsi nel teatro di questa elettorale corte nel mese di febbraio 1764, per commando di sua altezza eminentissima elettorale Massimiliano Frederico, arcivescovo di Colonia, principe ed elettore del sacro romano impero, arcicancelliere in Italia, legato nato della sede aspostolica, vescovo e principe di Münster, duca di Westphalia ed Angaria, conte di Königsegg Rottenfels, burggravio di Stromberg, signore d’Odenkirchen, Borkelohe, Werth, Aulendorff e Stauffen, eccetera, eccetera, per la direzzione del signor Angelo Mingotti, direttore dell’opere italiane.
    In Münster, presso il Giuseppe Hermann Kördinck, nella stamparia di sua altezza eminentissima elettorale.
 
 
 Altezza eminentissima elettorale,
    quel ardentissimo desiderio che ho sempre mai nudrito di far palese al mondo tutto l’innalterabile e dovuta mia venerazione per questa elettorale corte ho avuta la bella sorte di dimostrarlo in quest’occasione che godo l’alto onore di servire all’altezza vostra eminentissima elettorale e con l’abbandono dell’Italia ed altre corti della Germania, essendo stimato il vostro merito o gran principe incomparabile per tutti i titoli da chiunque e con parziale distinctione da me.
    È tale e tanta la clemenza ed umiltà di vostra altezza eminentissima elettorale verso chiunque che mi fa coraggio (contro ogni mia voglia) d’esporre sopra questo teatro alla vista d’un principe di tanto merito ed intelligenza uno spettacolo (abbenché non intieramente completto) e per retta consequenza non degno della presenza dell’altezza vostra emimentissima elettorale.
    Un vostro commando mi fa ubbidire. Eccolo adunque che ve lo presento e pongo sotto la souvranna vostra protettione, per essere (ancor che immeritevole) protetto dalla souvranna autorità e padronanza di vostra altezza eminentissima elettorale, mediante la qual protezzione spero di diffenderlo da quella tassa temo abbia (per sola mia mancanza) a meritarsi da questo abenché grazioso auditorio.
    Non altro a me s’aspetta che supplicare genuflesso l’altezza vostra eminentissima elettorale d’un generoso perdono e compatimento a’ mie mancanze promettendo ed assicurando vostra altezza eminentissima elettorale che in avenire averò l’onore d’esporre al vostro gran merito opere più degne della vostra approvazione, a’ piedi di cui con profondissimo osequio mi fo l’onore di dichiararmi di vostra altezza eminentissima elettorale umilissimo, devotissimo,obsequiosissimo servitore.
 
    Angelo Mingotti, direttore dell’opere italiane
 
 
 PERSONAGGI
 
 EUGENIA figlia di donna Alcea
 (la signora Marianna De Grandis di Roma)
 RINALDO gentiluomo amante di Eugenia
 (la signora Marianna De Padulli, virtuosa della Capella di sua altezza eminentissima elettorale di Colonia)
 NARDO ricco contadino detto il Filosofo
 (il signor Francesco De Grandis di Roma)
 LESBINA cameriera di casa di donna Alcea
 (la signora Francesca Mucci di Roma)
 LA LENA nipote di Nardo
 (la signora Caterina Isola di Bologna)
 DONNA ALCEA cittadina abbitante in villa
 (la signora Anna Isola di Genova)
 CAPOCCHIO notaro della villa
 (il signor N.N.)
 
    La poesia del signor dottore Carlo Goldoni. La musica è del celebre signor Baldissera Galluppi detto il Buranello.
 
 
 DECORAZIONI
 
    Atto primo: giardino; casa rustica in campagna; salotto con diverse porte.
    Atto secondo: camera; casa rustica sudetta; camera sudetta.
    Atto terzo: casa rustica sudetta.